Incredibile disavventura per un pescatore, che ad Ostia si è trovato faccia a faccia con un predatore marino. Le immagino sono davvero shock
Ricordate il film diretto da Stephen Spielberg e che raccontava le disavventure di una serie di bagnanti, che venivano attaccati d un feroce squalo? La stessa scena si è palesata improvvisamente davanti agli occhi di Alberto, un pescatore di Ostia che nei gironi scorsi si è trovato di fronte al più famoso e temuto predatore marino mentre con la sua barca si stava allontanando dalla riva.
Alberto è rimasto scioccato. Era arrivato in un punto in cui l’acqua era a circa trentotto metri di profondità, quando ha visto uno squalo avvicinarsi e iniziare a girare intorno alla sua imbarcazione. La paura si è trasformata in terrore, quando il predatore ha iniziato a girare con maggiore velocità, minacciando di colpire la barca a motori sulla quale il pescatore si stava muovendo. Ma la preoccupazione è durata solo pochi istanti. Alberto, da esperto conoscitore dell’acqua e degli animali che la popolano, ha immediatamente capito le intenzioni dell’animale.
Lo squalo non aveva nessun tipo di volontà maligna: stava curiosando, in attesa di capire se il proprietario dell’imbarcazione, potesse spedirgli un pò di cibo: “Siamo a circa trentotto metri di profondità, e devo dire che all’inizio ho avuto paura – dice il pescatore in un video che ha postato sui social e nel quale ha ripreso il percorso dello squalo – poi ho capito davvero cosa volesse. E allora mi sono goduto lo spettacolo”.
Lo squalo era lungo circa un paio di metri e si aggirava sotto la barca, prima di fare un vero e proprio giro completo. “Adesso gli tiro qualche sarda che ho pescato prima. In realtà lui vuole solo del cibo, E’ tranquillo, docile e non ha nessuna intenzione di attaccare. Ha solo tanta fame e in qualche modo deve aver capito che io sono un pescatore e che a bordo ho tanto pesce”. Quando Alberto inizia a tirare qualche sarda, è risalito ancora di più sull’acqua: “Ha capito che io posso dargli da mangiare ed è salito praticamente fino in superficie. E’ un vero spettacolo”, dice divertito, dopo aver accantonato la paura ed iniziato a godersi lo spettacolo. Una volta finito il cibo da “condividere”, Alberto si rivolgere direttamente allo squalo: “Adesso basta, io devo tornare a riva, anche tu torna a casa, tanto hai la pancia piena”. E lo squalo, in maniera inaspettata, sembrava quasi averlo sentito. Si è girato dall’altra parte e si è diretto verso la parte più lontana dalla riva. “Sicuramente non si era stancato di mangiare, ma forse si era stancato di fare tutti questi giri”, ha detto scherzando.
La disavventura (fortunatamente a lieto fine), si è manifestata proprio in occasione della Giornata mondiale dello squalo (Shark awareness Day) che ricorre il 14 luglio: per l’occasione il WWF ha evidenziato le sedici aree speciali dei mari italiani, studiate per salvare gli squali. Tra queste c’è il Mar Mediterraneo, che rappresenta uno dei luoghi più pericolosi per squali e razze: oltre metà delle 86 specie sono a rischio di estinzione, in particolare a causa della cattura accidentale nelle attività di pesca. Gli squali, secondo quanto spiegato dal WWF in una nota, svolgono un ruolo importante per mantenere l’equilibrio dell’ecosistema marino. Quelli predatori apicali mantengono in equilibrio la rete alimentare, mentre razze e mobule sono uno dei veicoli di trasferimento di nutrienti ed energia dalle acque profonde ai livelli superficiali dell’oceano a discapito di tutta la biodiversità marina.
Nella nota, il WWF spiega che è “fondamentale proteggere e tutelare gli squali e le razze che vivono nei nostri mari dove sono state identificate, così come in tutti gli oceani, numerose aree fondamentali per il loro ciclo vitale”. Le Isra (Important shark and ray areas) nel Mediterraneo sono 65 di cui 16 nei mari italiani e il Wwf ha contributo alla identificazione di alcune di queste.