Un bambino è stato il vero Re di Roma. La sua storia di coraggio e di orgoglio è un esempio di determinazione.
Da dove poteva provenire un ragazzino divenuto esempio di eroismo se non da Roma? Nato a Trastevere il suo nome è Enrico ma nel corso della sua vita è stato ribattezzato come Righetto.
Il bimbo rimasto orfano dei genitori sin dai primi anni di vita ha iniziato a lavorare per avere un po’ di pane, lavorava infatti come fattorino per un forno del suo quartiere. Righetto era solo, non aveva più famiglia ed aveva trovato rifugio in una cagnolina, Sgrullarella.
I due diventano inseparabili, tanto che il cane lo seguiva ovunque. Dormivano dentro al magazzino del fornaio, il quale aveva permesso loro di trovare riparo dal freddo. Il protagonista di questa storia è divenuto un eroe per i romani, tanto che gli è stata dedicata una statua. Righetto ha vissuto nella metà dell’800, era il 1849 e a Roma si respirava un clima di tensione.
In quel periodo arriva nella città anche Garibaldi, la gente della paese abbraccia le armi per difendere i confini della città. Righetto aveva soltanto dodici anni e non poteva andare in guerra ma decise di contribuire attivamente alla lotta. I nemici riempirono Roma di palle di cannone, distruggendo alcuni tra i monumenti più belli della città.
Le granate non esplodevano immediatamente quando toccavano a terra ma deflagravano non appena la miccia si consumava. Occorreva dunque un po’ di tempo, i Romani avevano capito che buttando sopra la palla uno straccio bagnato, la miccia si dissolveva e avrebbero potuto così salvare la città.
La repubblica romana aveva inoltre sancito che coloro che riportavano indietro le palle di cannoni inesplose avrebbero ricevuto una ricompensa. Il 29 giugno del 1849 Righetto, che si trovava nei pressi di Ponte Sisto vide arrivare una bomba. La sua esplosione avrebbe di certo generato distruzione e morte così pur avendo visto che la miccia della bombe era corta, prese il suo straccio e decise di fare di tutto per salvare la comunità.
Si lanciò dunque sulla granata che non si spense, esplose uccidendo il bimbo. Nel 2005 sul colle del Gianicolo, è presente una statua di Righetto insieme a molti eroi garibaldini. In tanti omaggiano il suo ricordo presentandosi nei pressi della statua per manifestare riconoscenza e stima. La storia di Righetto è divenuta nota in tutto il mondo.