In occasione della promozione del suo nuovo film, Pietro Castellitto ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni della sua nuova chiacchieratissima opera
“E’ nata una nuova voce nel cinema italiano!”, così alcune frange della critica specializzata sentenziarono dopo che Pietro Castellitto presentò la suo opera prima nel 2020, alla 77esima mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Dopo il luccicante esordio avvenuto con I predatori (2020), Castellitto torna alla ribalta con Enea, il suo secondo lungometraggio. Castellitto jr., già a Venezia, ma in particolare in questi giorni, sta polarizzando le opinioni di pubblico e critica specializzata, grazie ad un film potente, in grado di esplodere sullo schermo senza fornire allo spettatore alcun filtro per sfuggire all’esuberanza creativa di questo giovane autore.
La raffinatezza e la cultura di Castellitto, si fondono armoniosamente all’impeto incontrollato di una Roma tanto romantica, quanto spietata… stratificata nel contenuto e folgorante nella forma. Come spesso accade davanti a opere dirompenti, le polemiche si susseguono tra chi crede che si tratti di un ambizioso gioiello in grado di illuminare il panorama cinematografico italiano e chi, al contrario, intravede segnali di presunzione nell’approccio del giovane regista romano. Dopo aver recensito l’opera seconda di Castellitto, lo abbiamo incontrato per toglierci un paio di curiosità sul film.
“Credo che mi caratterizzerà per tutta la carriera… Per indole tendo a fare film che posso fare soltanto in un determinato momento della mia vita e di conseguenza tendo ad essere ambizioso”.
Si passa poi a parlare della figura del protagonista, sul quale convergono, per forza di cose, gran parte dei temi del film. L’alternarsi di armonie e dissonanze che caratterizzano la vita di Enea all’interno del proprio “clan“, rappresentano uno degli elementi di maggior spessore drammaturgico e non potevamo esimerci dal domandare all’autore, delucidazioni in merito alla scrittura del personaggio principale (nella prossima domanda sono presenti spoiler).
“Ma sai… La condizione borghese è anche una condizione economica da cui non è che puoi inventarti molto per uscirne. C’è anche una formamentis. Enea però ha dei tratti caratteriali che sono antitetici a quell’impostazione di vita lì: non è conservativo, mentre la borghesia lo è, ed è profondamente romantico”.