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Cultura e Spettacolo Roma

Neri Parenti attacca: “Oggi Fantozzi non si potrebbe più fare”

Il noto regista presenta a Roma il nuovo film con Brignano: “Basta con il politicamente corretto. Oggi tutto viene censurato”

Neri Parenti ed Enrico Brignano contro il politicamente corretto che perversa nei film. I dialoghi edulcorati, le battute che non fanno ridere, l’addio alle vecchie scenette che per anni hanno accompagnato i film simbolo della comicità italiana e che oggi verrebbero censurati. Il noto regista e l’attore, presenti ieri a Roma, si scagliano contro il brutto vizio del cinema e della cultura italiana.

Neri Parenti nel corso delle riprese dell’ultimo film – Roma.Cityrumors.it

Quel revisionismo che ha portato a denigrare le vecchie pellicole che per anni hanno accompagnato il divertimento degli italiani e che oggi verrebbero denigrate. Nei film di oggi è severamente vietato l’inserimento di parolacce, di battute volgari e di tutto ciò che per anni era un must: gli stereotipi sul machismo e sul diverso modo di interpretare la vita nelle varie città italiane: il milanese lavoratore e un pò fissato, il romano scanzonato e poco avezzo al sacrificio, il napoletano bravo ad aggirare le regole e il siciliano geloso, hanno accompagnato per decenni le pellicole italiane.Oggi verrebbero probabilmente denigrate in nome di una forma di razzismo territoriale. Per non parlare di argomenti ormai diventati tabù (argomenti sessuali, religiosi).

Neri Parenti ammette di essersi adeguato nell’ultimo sforzo cinematografico, realizzato insieme ad Enrico Brignano, attore protagonista di “Volevo un figlio maschio“, nelle sale dal prossimo 5 di ottobre. L’attore rimano è Alberto, un assicuratore benestante, che sogna da sempre di diventare padre di un figlio maschio, ma che ha avuto in sorte dal destino (oltre alla moglie, interpretata da Giulia Bevilacqua), tre figlie femmine. Quando la compagna è incinta del quarto figlio, Alberto prega per avere finalmente il tanto atteso maschio e il suo desiderio viene esaudito per eccesso. Per incanto le sue tre figlie femmine diventano maschi, ma per l’uomo le sorprese non finiranno qui. “Io ho fatto cinquantaquattro film, oggi probabilmente non me ne farebbero fare neppure uno, perché sono politicamente scorretti – dice a Roma Parenti -. Ora, senza arrivare ai famigerati cinepanettoni, un film come Fantozzi oggi non si potrebbe fare”.

Le pellicole di Paolo Villaggio, secondo il famoso regista, toccherebbero tutti i temi che oggi sono tabù: “La moglie è brutta, la figlia sembra una scimmia e la stessa Silvani non è certo bella. I padroni poi sono cattivi, insomma tutte cose oggi tabù. Volevo un figlio maschio invece è un film politicamente corretto perché siamo andati su una storia che lo permetteva”. Per Neri Parenti è molto complicato pensare di tornare indietro. “Se si faranno dei passi indietro? Penso di no, perché chi comanda nel cinema oggi sono le piattaforme, che avendo una platea mondiale hanno bisogno di un prodotto che possa andare in qualsiasi parte del mondo. Un esempio banale: un nudo non sarà mai accettato ovunque. Ora di questa situazione a soffrire di più è ovviamente la commedia, perché si è sempre basata anche su scontri regionali, su luoghi comuni: milanesi gran lavoratori, romani cialtroni e siciliani gelosi, tutte cose che in Norvegia non capirebbero, per non parlare poi dell’Arabia Saudita”.

Brignano: “Così l’ironia va a morire”

Enrico Brignano, protagonisti di Volevo un figlio maschio – Roma.Cityrumors.it

Il protagonista del film, Alberto, è interpretato da Enrico Brignano, che sposa la linea del regista : “È come se qualcuno desse un giudizio su ogni tua battuta e cercasse anche di modificarla, qualcuno poi che non ha capacità comiche e così ogni ironia muore. Oggi – continua l’attore – c’è sempre un’associazione, un comitato del peluche che se ne parli male ti querela, ti denuncia. L’ironia poi è la cosa meno compresa, se molti popoli la avessero, sostituirebbero i loro arsenali con delle vignette”. Conclude Parenti: “È da pazzi non poter dire ciccione o cicciona quando poi la stessa piattaforma che ti impedisce questi termini fa vedere una serie con un bambino sciolto nell’acido. Questo forse è lo strascico di una cosa lodevolissima come il #MeToo a difesa delle donne. Purtroppo poi tutto si è allargato fino ad arrivare alla difesa dei criceti”.