L’attore e regista romano aveva lanciato un appello sui social. Nel giro di poche ore la sua richiesta è stata immediatamente esaudita
L’appello di Carlo Verdone ha colto nel segno. L’attore e regista romano aveva ricordato sulla sua pagina Facebook (seguitissima dai fans) i quarant’anni dall’uscita di una delle sue pellicole di maggior successo: Acqua e Sapone. Verdone aveva pubblicato una foto di Natasha Hovey, che nel film interpretava Sandy (e che aveva voluto al suo fianco anche in Compagni di scuola). Una bella immagine della ragazza che (quando interpretò la parte della giovane modella americana, che fa perdere la testa al “finto Padre Spinetti”) aveva solo sedici anni.
“Nel 1983, in questo mese, usciva “Acqua e Sapone”, una delle commedie che mi riporta a tanti cari ricordi. Una bella atmosfera, la presenza efficace della Sora Lella, il roscio Fabrizio Bracconeri, l’amabile Florinda Bolkan e tanti trasteverini e testaccini come generici parlanti. La foto che state vedendo l’ho ritrovata qualche mese fa dentro un vecchio album ed è il volto della protagonista esordiente Natasha Hovey. Purtroppo abbiamo perso i nostri contatti.”, ha scritto Verdone. “La foto che state vedendo l’ ho ritrovata qualche mese fa dentro un vecchio album ed è il volto della protagonista esordiente Natasha Hovey. La incontrai per puro caso nella mia agenzia in Via dei Banchi Vecchi. Era insieme alla mamma olandese per chiedere dei consigli al mio agente. Natasha nata a Beirut aveva il papà americano, un musicista che viveva a Boston. Mi colpì subito il volto di quella ragazza che all’epoca aveva 16 anni, che emanava dolcezza e grazia”. Poi, l’appello: “È sposata e dovrebbe avere tre figli. Purtroppo abbiamo perso i nostri contatti. Ma le auguro ogni bene e di mantenere sempre quella dolcezza nel viso che è l’ immagine del suo carattere, della sua anima. Forse se leggerà questo post si farà viva”.
I fans di Verdone si sono scatenati, così come gli amanti del cinema e i curiosi. Il Corriere della Sera è riuscito a ritrovare Natasha Hovey negli Stati Uniti. L’attrice si è detta sorpresa di tanta attenzione e simpatia nei suoi confronti: “Eccomi, vivo a Miami e sono la sua Sandy”, ha detto, prima di raccontare parte della sua vita. “Dopo Acqua e Sapone e Compagni di scuola, girati con Carlo, e altri lavori per la Rai, alcuni sceneggiati, mi sono trasferita in Francia per amore di mio marito, con cui ho costruito la famiglia che ancora oggi è tutto per me“. Natasha lascia l’Italia e il cinema per amore. “Non è stato facile, i parigini sono freddi, riservati. Molto diversi dagli italiani. Ma mi sono subito sentita appagata dai miei affetti. Ho voltato pagina”.
Natasha racconta l’incontro con Carlo Verdone. Il primo spot pubblicitario, la timidezza che la frenava e quella foto che è stata decisiva per la parte di Sandy. “Quando feci il primo provino per Carlo Verdone ero già capace di recitare qualche battuta. Alla prima selezione gli diedi una mia foto in cui comparivo truccatissima per una rivista di abiti da sposa e fu in quel momento che scattò in lui la molla: incarnavo la perfetta donna-bambina. Mi disse poi di aver scritto la sceneggiatura tenendo davanti a sé quell’immagine. Quando mi presentai al secondo casting mi prese. Aveva già visto centinaia di ragazze anche nel nord Italia. In comune io e lui avevamo anche la scuola: il Nazareno, a Roma”. Natasha (sedicenne) e Verdone girarono una scenda di un bacio. “Guardi, del set mi ricordo soprattutto le grandi risate. Si scherzava sempre. E in quell’occasione c’erano attorno a noi decine di tecnici e operatori. Mia mamma sempre presente. Oggi non so se sarebbe possibile girare un film di quel genere. Ma non c’era malizia, in Acqua e Sapone. Solo tanta tenerezza”.
Sandy, pardon… Natasha, promette di tornare in Italia. E di salutare Carlo Verdone. “Torno due tre volte l’anno, anche perché mia mamma la adora è si è stabilita a sud di Napoli. La prossima volta andrò a trovare anche Carlo. Intanto può stare sicuro che lo contatterò, privatamente. Dai social mi tengo alla larga: non ne ho bisogno. Se inizi a usarli non smetti più, come con il computer. Va bene così. Ma mi domando: come mai tutta questa attenzione per questo intervento così carino e elegante di Carlo a proposito di un film uscito 40 anni fa? Forse le persone hanno bisogno di leggerezza, con quel che succede nel mondo…Di serenità e di evasione”.