Colosseo, ti sei mai reso conto di questo particolare sulle facciate? Una funzione incredibile. Tutti i dettagli da non perdere.
Conosciuto anche come anfiteatro Flavio, il Colosseo è probabilmente il monumento più famoso al mondo. Straordinaria opera architettonica che venne commissionata dall’allora imperatore Vespasiano nel 72 d.C. e successivamente venne completato sotto l’egemonia di Tito.
L’origine del Colosseo era quella di ospitare gli spettacoli dei gladiatori e le battaglie navali, particolarmente frequenti durante l’impero romano. Si trattava, infatti, di forme di intrattenimento per il pubblico e di piacere per il re. Attiravano migliaia di spettatori da ogni dove.
Come accennato precedentemente, il Colosseo si erge sotto Vespasiano: una struttura di circa 189 m di lunghezza e 48 di altezza – rendendolo in questo modo il più grande costruito nell’antichità. Presenta innumerevoli cunicoli sotterranei che servivano appositamente per ospitare sia gli animali che i gladiatori a ridosso degli spettacoli. Nel corso dei secoli, l’anfiteatro Flavio è stato protagonista di innumerevoli lavori di restauro a causa dei terremoti e dei saccheggi. Oggi è l’attrazione principale di Roma, attirando ogni giorno migliaia di turisti. I più curiosi, però, si sono domandati a che cosa servono quei fori così evidenti sulla facciata? La risposta è davvero sorprendente.
La facciata del Colosseo presenta innumerevoli buchi che hanno suscitato molta curiosità; secondo quanto narrato dalla leggenda questi sono la testimonianza di quello che fu l’enorme fallimento dei barbari di voler demolire l’anfiteatro Flavio al fine di colpire definitivamente Roma. Si servirono di polvere da sparo per farlo esplodere, ma fu un tentativo più che vano. Tanto è vero che a tal proposito è possibile citare uno dei detti più emblematici di questo episodio: “Finché il Colosseo resta in piedi, Roma resterà“. In ogni caso questa leggenda apre a innumerevoli punti interrogativi che riguardano l’uso della polvere da sparo decisamente in anticipo rispetto all’epoca di Gengis Khan. Ragion per cui la spiegazione più plausibile verosimile riguarda proprio i romani.
Questi ultimi, infatti, erano soliti utilizzare delle grappe metalliche che erano di fondamentali importanza nell’unire i blocchi di pietra durante la costruzione. Con il tempo queste ultime vennero estratte proprio per l’importante valore e di conseguenza vennero lasciati degli spazi vuoti. Spazi che ora sono visibili al pubblico e che riflettono la necessità di un recupero dei materiali e della conservazione delle risorse.