La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione della nuova indagine sul delitto di Simonetta Cesaroni, avvenuto in via Poma ad agosto 1990.
Il nuovo procedimento era stato avviato contro ignoti a marzo 2022, ipotizzando il reato di omicidio volontario, in seguito a un esposto presentato dai familiari della vittima, in cui chiedevano anche di verificare alcuni alibi di persone che erano già state coinvolte nelle indagini precedenti.
Il caso di Simonetta Cesaroni era stato riaperto per alcune informazioni da parte dell’ex funzionario della Squadra Mobile Antonio Del Greco, che all’epoca dirigeva le indagini. L’indagine era cominciata per approfondire l’alibi di un soggetto “già comparso fin dalle prime ore dopo il delitto e che fu interrogato più volte sia in istruttoria sia in dibattimento”.
Questa persona, secondo quanto ipotizzato, “avrebbe mentito, negando di aver mai conosciuto Simonetta e fornendo agli investigatori una ricostruzione dei suoi spostamenti completamente inesatta”.
Durante le indagini è emersa anche un’intercettazione inedita risalente a marzo del 2008. Durante questa telefonata sembrava chiaro che più di una persona fosse a conoscenza della morte di Simonetta Cesaroni tra il pomeriggio e la sera del 7 agosto 1990, prima ancora che il cadavere venisse trovato ufficialmente.
L’audio sarebbe stato preso in esame anche dalla Commissione parlamentare di inchiesta dedicata al delitto di via Poma.
L’avvocato della famiglia di Simonetta Cesaroni non ha intenzione di arrendersi: “A novembre abbiamo presentato un nuovo esposto”, dichiara.