Giro di usura nel mercato di Porta Portese: due fratelli di 46 e 48 anni originari di Genzano avevano messo in piedi una attività illegale basata su paura e minacce.
Il 46 enne, all’anagrafe M. Nicoletti, sfruttava l’omonimia con il cassiere della Banda della Magliana per incutere timore a chi chiedeva soldi in prestito e poi doveva colmare i debiti.
Questa mattina è scattata l’operazione MoneyBox da parte della squadra mobile di Roma, a seguito di una lunga attività investigativa che ha portato a scovare il covo degli usurai, un box autoricambi nel cuore del mercato di Porta Portese.
Sette le misure cautelari eseguite in mattinata, tutte scaturite dalle indagini partite nel 2019 e concluse pochi mesi fa; alcune vittime, infatti, hanno trovato il coraggio di denunciare.
il box dei due fratelli serviva come base per gli appuntamenti con i clienti, i prestiti di denaro e la seguente riscossione dei debiti. Gli interessi praticati superavano il 240% su base annua, mentre la modalità di estinzione si basava invece sul cosiddetto modello “a fermo”: il debito sarebbe stato considerato estinto solo mediante il pagamento per intero della somma da restituire, che spesso arrivava al doppio di quanto anticipato.
La forza delle minacce della banda arrivava proprio dal cognome Nicoletti, che veniva speso al fine di spaventare le vittime. In altri casi gli indagati millantavano anche stretti rapporti con organizzazioni criminali facenti capo alla ‘ndrangheta o ad altre famiglie come quella dei Casalesi e dei Casamonica.
Dei sette soggetti, tre sono stati condotti nel carcere di Regina Coeli, per altrettanti sono scattati gli arresti domiciliari e ad uno è stato notificato l’obbligo di firma; all’esito delle perquisizioni domiciliari effettuate dal personale di Polizia impiegato, è stato possibile inoltre recuperare importante materiale probatorio, al vaglio dell’Autorità Giudiziaria.