Il via libera giunto dal comune per il progetto dello Stadio della Roma, potrebbe non bastare, a causa di alcuni residenti particolarmente adirati
Proseguono le polemiche intorno al nuovo stadio della Roma, per il quale sarebbero state concesse le autorizzazioni per effettuare i primi rilevamenti del terreno nel quartiere di Pietralata, che fungerà da base per la struttura giallorossa.
I comitati dei residenti si stanno muovendo per disinnescare la miccia accesa dalla proprietà statunitense, che sarebbe più convinta che mai nel proseguire il progetto presentato ormai svariati anni fa.
Uno stadio di proprietà è l’obiettivo che ogni tifoso, se cosciente degli innumerevoli vantaggi derivanti da una struttura dedicata, vorrebbe per la propria squadra e ora, che il Comune ha dato il via libera per le indagini geognostiche del terreno su cui dovrà erigersi lo stadio, i sostenitori capitolini iniziano a odorare realmente la possibilità che questo sogno, possa divenire realtà.
Unico intoppo? Come è ben noto, la capitale è un contesto urbanistico a dir poco delicato e, concepire una struttura di tale attrazione e dimensione, vuol dire smuovere con violenza il distorto equilibrio che regna nella città eterna. Non è un caso che, la precedente proprietà della Roma (Pallotta), abbia tentato più volte di concretizzare il progetto di uno Stadio, senza mai riuscire realmente a superare gli innumerevoli ostacoli posti da burocrazia e attriti territoriali.
Anche questa volta, in seguito al via libera del comune, i comitati residenziali hanno rapidamente risposto con proteste: “Sì al parco, sì all’ospedale, no allo stadio. Per contrastare questa improvvisa quanto malcelata attenzione per un’area da sempre dimenticata, è stato depositato un nuovo ricorso d’urgenza volto a impedire l’accesso a queste aree al personale del Comune e/o incaricato da AS Roma. Qualora il giudice dovesse accogliere le nostre istanze, non sarebbe più possibile per il soggetto proponente dare seguito ad alcuno studio e, di rimando, ad alcun progetto”.
Sono ben 20 gli ettari che i Friedkin vorrebbero occupare con il progetto Stadio, di cui, una minima percentuale, sarebbe appartenente a privati (244 particelle su 250 sono comunali). Un dettaglio su cui, ambientalisti e residenti, hanno intenzione di calcare la mano: “Per evitare che l’eventuale avvio delle operazioni di verifica preventiva dell’interesse archeologico vadano a distruggere il verde, verificheremo se sia stata effettuata la corretta rappresentazione, da parte di tutti i soggetti coinvolti, istituzionali e privati, dell’esistenza di un bosco urbano ricadente per grandezza e conformazione tra le Aree tutelate per legge”. Insomma… la battaglia ha inizio e i Friedkin devono prepararsi ad affrontare ostacoli ancor più alti e impegnativi rispetto a quelli evitati fino ad oggi. L’appoggio del sindaco Roberto Gualtieri, indubbiamente viziato dalla possibilità di usufruire di un investimento totale di 528 milioni di euro, potrebbe rappresentare un elemento decisivo.