Morta nella notte tra mercoledì e giovedì scorso Antonella Brunella, madre di un bambino di tre anni, con tutta probabilità a causa di un’overdose.
Ancora molti i dubbi sulle dinamiche della morte; si indaga per capire con chi abbia trascorso la serata e perchè sia arrivata in fin di vita all’ospedale Vannini.
I carabinieri indagano sul suo amico 30enne che l’ha accompagnata in ospedale a bordo della sua Fiesta, sequestrando il mezzo e il cellulare del ragazzo.
L’amico di Antonella ha rilasciato diverse dichiarazioni discordanti sulla serata agli inquirenti e ai famigliari della vittima. Le due sorelle che hanno effettuato il riconoscimento della salma hanno dichiarato:
“Nostra sorella aveva avuto tanti problemi, ma era buona, si fidava, era angosciata perché non le facevano vedere il figlio in casa famiglia. Ci aveva chiamato la sera prima dicendo che sarebbe andata a ballare al Forte Prenestino, invece non è mai tornata. E solo chi era con lei sa cosa le è successo e forse avrebbe potuto salvarla”.
“Quell’uomo che l’ha portata in ospedale e che era con lei, ci ha dato tre versioni discordanti. – spiega Patrizia Brunella, sorella della vittima – Ci ha detto prima che era con lei e un altro amico e che poi l’avevano persa di vista; che si erano addormentati insieme in auto, che quindi si è accorto che era fredda e l’ha portata in ospedale; infine che l’aveva vista bere una boccetta e mezzo di Rivotril e che non stava già tanto bene. Insomma: qual è la verità?”
Diverse le parole di un’amica della vittima:
“Appena ho saputo che lei era morta, mi sono informata. Ho saputo che era stata vista la sera con G. T., quindi stamani (ieri, ndr) l’ho chiamato. Mi ha raccontato tutte cose differenti. Quando mi ha parlato del Rivotril, però, mi sono arrabbiata: è più grande di lei, avrebbe dovuto proteggerla e impedirle di sballarsi fino a quel punto. Gli ho urlato che avrebbe dovuto portarla prima al pronto soccorso e mi ha chiuso il telefono in faccia”.
Ai carabinieri il 30enne ha riferito di avere trovato la ragazza in zona Porta Furba. Ai medici del Vannini ha detto di conoscere Antonella solo di vista, di non sapere come si chiamasse e di averla trovata in un giardino. Testimonianze dunque, con versioni contrastanti che fanno pensare venga nascosto qualcosa. La ragazza arrivata in ospedale non ce l’ha fatta, nonostante i tentativi di rianimazione da parte dei medici. Continuano le indagini per chiarire la vicenda.