Roma è fuori da Expo 2030. Ha perso contro Riad che ha ottenuto 119 voti contro i 17 dell’Italia e i 29 di Busan.
“Una brutta sconfitta, siamo amareggiati”, ha dichiarato il sindaco Roberto Gualtieri ai cronisti al termine della riunione dei delegati del Bie a Issy-Les-Molineaux, alle porte di Parigi. Ma la sconfitta va accettata “sportivamente”.
Resta l’amarezza perché quello di Roma era “un bellissimo progetto” e “ben fatto che non deve essere perso”, come ha dichiarato l’ex sindaca Virginia Raggi.
L’ambasciatore Giampiero Mascolo, presidente del Comitato promotore, non ha preso così sportivamente la sconfitta: “Se questo è quello che sceglie, a stragrande maggioranza, la comunità internazionale, significa che la scelta va al metodo transnazionale. Vale il principio dell’interesse immediato, vale il principio della deriva mercantile”. Ed ha aggiunto: “È pericoloso. Oggi l’Expo, prima i mondiali di calcio, poi chissà le Olimpiadi… non vorrei che si arrivasse alla compravendita dei seggi in Consiglio di sicurezza, perché se questa è la deriva io credo che l’Italia non ci debba stare”.
Il ministro dello Sport Andrea Abodi invece, ha dichiarato: “La delusione c’è, naturalmente è una delusione dei numeri che sembrano dimostrare un consolidamento del consenso di Riad che non penso sia necessariamente quello degli ultimi giorni e delle ultime settimane. D’altro canto, non penso che l’universalità di Roma passi necessariamente per l’esposizione universale”.
E ancora: “Mi auguro che il patrimonio che è stato comunque realizzato da donne e uomini in questi anni non vada disperso e trovi una sua attuazione perché lo merita la città e lo merita la Nazione”.
Le opposizioni sono molto critiche nei confronti del governo Meloni: “La sconfitta di Roma sull’Expo è una figuraccia galattica sia di Gualtieri che di Meloni. Perdere ci sta. Ottenere solo 17 voti dimostra una irrilevanza che l’Italia non merita. I sovranisti non sono credibili a livello internazionale, ormai è chiaro a tutti. E il Campidoglio deve darsi una mossa perché questa amministrazione non funziona”. Così, sui social, Enrico Borghi, capogruppo di Italia Viva al Senato.
“Un’occasione persa per Roma ma anche per Expo. Una candidatura nata male e sostenuta peggio. Che peccato”, sui social, Carlo Calenda, leader di Azione.
“L’esito finale della votazione è stato molto severo per la nostra candidatura, oltre le aspettative. Sapevamo che era molto difficile, ma il risultato ci penalizza moltissimo”. Così il presidente Unindustria Angelo Camilli a Parigi, dopo la votazione per Expo 2030. “È stato fatto comunque un grande lavoro, sia dal Comitato che dal sistema delle imprese che hanno aderito alla Fondazione. Evidentemente c’è da accettare la sconfitta e ragionare e fare tesoro di questa esperienza per le prossime occasioni. Va fatta una riflessione sui valori che sono stati messi in campo: l’Arabia Saudita ha esercitato una pressione di natura commerciale fortissima, al di là delle previsioni. Così come l’Europa è stata assente come continente. Aveva dato un endorsement esplicito alla candidatura di Roma ma in realtà, visti i voti che abbiamo preso, è evidente che neanche l’Europa è stata compatta nel voto alla nostra candidatura”.