Il sindaco di Roma e l’assessora Alfonsi a Via Mameli, dove erano state profanate due pietre d’inciampo. La reazione e lo sgomento della comunità ebraica
Prima il raid di via Dandolo, poi quello a via Mameli. Nel giro di due giorni Roma si è trovata ad affrontare due atti di antisemitismo, con la profanazione delle pietre d’inciampo che commemoravano la memoria di cittadini romani deportati ed uccisi durante la Shoah. Atti che hanno fatto scattare la reazione della comunità ebraica e di tutto il Campidoglio. La preoccupazione è legata all’escalation di manifestazioni e atti dimostrativi dopo l’attacco di Hamas e la risposta di Israele.
La vandalizzazione delle pietre d’inciampo è arrivata dopo l’allarme bomba in una scuola del ghetto romano e dopo numerosi atti dimostrativi effettuati nelle manifestazioni pro Palestina in giro per la città. Si temono nuovi atti e un’escalation di violenze. La Capitale prova a reagire: attraverso uno sgomento bipartisan che ha toccato l’intera città e andando immediatamente ad intervenire. Le pietre d’inciampo sono state infatti subito ripulite. Questa mattina il sindaco di Roma Roberto Gualtieri è andato in via Mameli, a Trastevere, dove sono state vandalizzate le pietre d’inciampo ieri. Con lui l’assessora Sabrina Alfonsi. “Siamo a Trastevere di fronte a due pietre d’inciampo che sono state ieri vandalizzate – ha affermato Gualtieri – Sono state immediatamente ripulite subito ma è un gesto inaccettabile e intollerabile. Le pietre di inciampo ricordano la deportazione e l’uccisione di cittadini romani che sono stati uccisi perché ebrei dalla Shoah e dai crimini del nazifascismo”.
Il sindaco ha espresso l’indignazione del Campidoglio e dell’intera città di Roma dopo i due vili atti di antisemitismo. “Noi non accettiamo che si colpiscano questi simboli così importanti – ha continuato Gualtieri – che sono patrimonio della memoria del Paese e della città, e che ricordano l’uccisione di ebrei romani, cittadini del nostro Paese, da parte dell’atto criminale più drammatico della nostra storia. Quindi sono qui ad esprimere la più ferma condanna a questi atti di vandalismo – ha concluso Gualtieri – e dire che Roma respinge ogni atto di antisemitismo, intolleranza e razzismo”.
Gli atti nei confronti delle pietre d’inciampo hanno fatto accendere i riflettori sulla vicenda: Annabella Gioia, dell’associazione “Arte in memoria”, che dal 2010 ha collocato oltre 2.000 pietre di inciampo a Roma, ha parlato di “gesti inqualificabili, che certamente hanno una natura antisemita, da inquadrare nell’attuale contesto politico della guerra in Medio Oriente . È assolutamente inaccettabile che una manifestazione di dissenso contro Israele si concretizzi in oltraggi alla memoria e alla storia del nostro Paese e alle vittime della Shoah”.
Victor Fadlun, presidente della comunità, aveva parlato di “un atto gravissimo. Le pietre d’inciampo per la nostra comunità e per tutti i romani hanno un alto e drammatico significato di memoria e omaggio alle vittime della follia antisemita. Mi auguro che non si ripeta anche da noi quanto purtroppo sta avvenendo in altri Paesi europei, in particolare a Parigi. Ribadisco la piena fiducia nella vicinanza e vigilanza delle istituzioni e delle forze dell’ordine”.