Un ambiente difficile quello riscontrato nelle due cupole della prostituzione brasiliana a Roma. Le complesse attività di indagine portate avanti da circa due anni dagli agenti della squadra mobile, si sono concluse con 8 ordinanze cautelari per cittadini brasiliani e italiani, che dovranno rispondere di numerosi reati tra cui immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione.
Da quanto emerso, una banda si era insediata al Prenestino e l’altra a Testaccio, dove si dividevano i marciapiedi; giovani transessuali venivano portati a Roma e costretti a lavorare come prostitute, senza soldi e documenti. Inoltre, i soldi guadagnati dovevano essere consegnati per intero.
Oltre ai marciapiedi, i brasiliani affittavano diverse abitazioni, obbligando la persona sfruttata a lavorare nell’appartamento su appuntamento.
Un vero e proprio racket della prostituzione basato su minacce e violenza, con le vittime impossibilitate a ribellarsi e costrette a sottostare agli sfruttatori.