La Torre di controllo di Fiumicino aveva perso il regolare contatto radio con l’aeromobile ed è scatta la procedura di emergenza prevista per queste situazioni
Il momento è delicato. La situazione in Medio Oriente ha fatto alzare la tensione e i livelli di allarme dell’intelligence di tutti i paesi europei, Italia compresa. Tutte le procedure di controllo del traffico aereo sono state ancora più intensificate e al minimo allarme scattano i rigidi protocolli, come è accaduto sui cieli italiani nella giornata di ieri, quando si sono dovuti alzare due caccia intercettori della nostra aviazione per effettuare un controllo visivo in volo.
Un Boeing 787, diretto verso l’aeroporto di Roma Fiumicino, ha perso i contatti radio mentre sorvolava i cieli della nostra penisola. È accaduto nel pomeriggio di lunedì, quando il volo di linea, partito da Mombasa, in Kenya, non ha risposto agli enti del traffico aereo civile.
La tensione resta altissima. La paura di possibili attentati ha fatto alzare a due il livello di allerta nella nostra nazione. I recenti accadimenti tra Israele e Iran e l’escalation di questi ultimi giorni hanno costretto a intensificare tutti i controlli previsti nelle situazioni di emergenza. Ecco perchè ieri è scattato l’allarme generale sui cieli italiani tanto da costringere due F35 Eurofighters dell’Aeronautica militare italiana ad alzarsi in volo. L’ordine di decollo rapido, in gergo tecnico “scramble”, è stato dato dal CAOC il Combined Air Operation Centre di Torrejon in Spagna, ente NATO responsabile nell’area, in coordinamento con il Comando Operazioni Aerospaziali di Poggio Renatico, a seguito dell’interruzione delle comunicazioni radio con gli enti di controllo del traffico aereo di un Boeing 787 di linea. L’aeromobile stava sorvolando i cieli sopra la Calabria dopo essere decollato da Mombasa con destinazione Roma, ma improvvisamente è sparito dalle comunicazioni, causando il decollo dei due caccia militari.
Per fortuna si è trattato soltanto di un improvviso quanto imprevisto black out nelle comunicazioni. Che comunque ha fatto scattare tutto il piano di emergenza previsto in questi casi e, una volta decollati, gli F-35 sono stati comunque guidati dal personale del 22° Gruppo D.A.M.I. di Licola e sono riusciti a raggiungere il Boeing 787, identificandolo. Una volta accertato che non vi fosse nessuna condizione di emergenza, la coppia di intercettori ha comunque scortato fino a terra l’aereo civile di linea che, nel frattempo, aveva già ripristinato le comunicazioni radio con gli enti di controllo. L’allarme è così rientrato e il volo si è concluso tranquillamente come previsto all’aeroporto di Fiumicino.