Un uomo ha mangiato un piatto di Carbonara in una Taverna ed ha poi lasciato un messaggio sui social al gestore: parole chiarissime
La Carbonara è da sempre uno dei piatti più iconici della cucina laziale: il più amato, copiato e discusso. Nelle ultime settimane il mondo del web si è scagliato contro una nota ditta specializzata in salse, che ha deciso di mettere sul mercato gli spaghetti alla carbonara in lattina, lanciandoli come “il prodotto dell’anno”. Nei confronti del piatto c’è infatti una grande attenzione: quasi una sorta di venerazione. I ristoranti laziali vengono spesso presi d’assalto dai turisti, che arrivano da ogni parte dell’Italia per testare la vera carbonara: fatta con prodotti semplici e genuini.
L’ultimo episodio si è vissuto nei giorni scorsi ed è stato rilanciato con forza sul web. Il post di un avventore è diventato in pochi minuti virale, grazie all’attenzione mediatica che da sempre accompagna il primo piatto più conosciuto della nostra regione. Un uomo ha provato la Carbonara in una taverna laziale, e poco dopo ha deciso di pubblicare delle foto sui social, commentando la sua esperienza e lanciando un messaggio chiaro ai gestori del locale.
La Carbonara, nella sua versione originale, è un piatto semplice e realizzato con pochi ingredienti: il tuorlo delle uova, il pecorino, il pepe, il guanciale e la pasta. Nient’altro: guai a nominare alcuni ingredienti, come la panna, la pancetta, la cipolla, il latte. Alcuni, tra i meno esigenti, accettano il parmigiano al posto o insieme al pecorino (magari mischiando i due sapori per rendere meno pesante l’insieme), molti si dividono tra la pasta lunga (generalmente lo spaghetto) o quella corta (le mezze maniche o i rigatoni i più gettonati) ma non si accettano deroghe sulle altre pietanze.
Non tutti sono in grado di realizzare un perfetto piatto di Carbonara: ci sono alcuni passaggi chiave che i sofisti del piatto ricordano con attenzione: si parte dal pepe lasciato tostare in padella, dalla giusta quantità di uova (il tuorlo di un uovo a persona, più uno), e di pecorino, che vengono mischiati insieme per formare una base (oggi si chiama carbocrema), alla quale poi si aggiunge il grasso del guanciale, che è stato fatto scaldare in padella e poi lasciato da parte. A quel punto si prepara la pasta, che va successivamente rimessa nella padella dove era stato fatto tostare il pepe e dove si era aggiunta un mestolo di acqua di cottura. Quando si inizia a risottare la pasta, si aggiunge la crema e si procede alla mantecatura.
Emiliano, un uomo che sui social ama provare e lasciare commenti su numerosi locali romani, ha testato la Carbonara, sentendosi poi in dovere di scrivere un pensiero al gestore del locale. Non solo il piatto è stato di suo gradimento, ma ha apprezzato molto (eufemismo) il conto finale. Insieme a tre commensali, ha consumato tre piatti di Carbonara e una trippa, accompagnando il tutto con una bottiglia d’acqua e una di Coca Cola.
Per concludere, due caffè. Come si evince dallo scontrino pubblicato, il prezzo totale è stato di 45 euro. Poco più di 11 euro a testa. “Pranzo ottimo. Le porzioni erano giuste e cucinate molto bene“, il commento dell’autore del post. Molto apprezzato anche il prezzo della Carbonara: solo nove euro e cinquanta, in controtendenza con ciò che spesso accade in molti ristiranti romani (quando sul menù è proposto a 13/15 euro a porzione).