C’è un nuovo fenomeno inquietante nel mondo della ristorazione che sta venendo alla luce grazie ai controlli sempre più serrati degli ispettori dei Nas
Pesce, crostacei e tutti quei prodotti ittici che vanno a rifornire i banchi dei ristoranti o locali simili di sushi, trovati stipati in valigie e trasportate a mano da persone compiacenti a bordo di aerei come turisti qualsiasi con la classica trolley al seguito. Una scoperta davvero inquietante che spalanca un mondo sommerso su una delle nuove attrazione della ristorazione orientale in Italia.
Sushi, in origine indicava un modo per conservare il pesce, per evitarne il deterioramento, il pesce fresco infatti si avvolgeva nel riso fermentato. Oggi è un termine generico che indica bocconcini a base di riso a grani piccoli e corti, aceto di riso, zucchero e sale e combinato con diversi tipi di pesce, alghe, vegetali e uova. In pratica un po’ come dire da noi pasta, che poi può avere decine di soluzioni a tavola diverse.
C’era una volta la pizza del sabato sera, quando si organizzava tra amici per uscire tutti insieme e andare a mangiare nella pizzeria di quartiere. Oggi siamo arrivati al “sushino”, come viene chiamato tra i giovani e meno giovani, la portata tipica dei ristoranti giapponesi, per sottolineare la minuscola grandezza dei bocconcini che stanno rivoluzionando il menù degli italiani. Per molte famiglie italiane quello con la cucina giapponese è diventato oramai un appuntamento fisso e irrinunciabile, piatti per lo più sani e leggeri e, nel caso di preparazioni take away, cucinate bene e con prodotti freschi e di qualità. Ma come sempre. fiutato l’affare ecco arrivare anche l’inganno. Proprio l’enorme successo di questo diverso modo di mangiare, ha portato molti locali a trascurare la qualità cercando un modo per risparmiare sulla materia prima per abbattere i costi e massimizzare i guadagni. Ma con la ristorazione non si scherza. le regole sono ferree come i controlli continui da parte del personale predisposto.
Recenti indagini dei Nuclei Antisofisticazioni e Sanità hanno rivelato infatti una clamorosa operazione illegale che rifornisce alcuni ristoranti etnici a Roma con prodotti ittici freschi trasportati dall’estero. Secondo le ultime indagini svolte dai carabinieri dei Nuclei Antisofisticazioni, alcuni locali all you can eat, in particolare quelli che propongono cucina cinese e giapponese, si riforniscono illegalmente delle materie prime, gli alimenti infatti volavano dall’oriente all’interno dei bagagli trasportati nelle stive. Un metodo di approvvigionamento assolutamente vietato dalla legge che mette a serio rischio la salute dei consumatori, non rispettando le normative sanitarie europee. Gli accertamenti sono scattati dopo aver notato che alcuni individui svolgevano viaggi sempre più frequenti dalla Cina all’Italia, movimenti troppo continui che hanno insospettito gli ispettori, che hanno voluto vederci chiaro, scoperchiando così l’incredibile malaffare. Ogni valigia era caricata con circa 40 chili di pesce e crostacei, per un totale di oltre 260 chili sequestrati durante le operazioni che ha portato così’ alla chiusura anche di diversi ristoranti della Capitale e di Milano, destinatari di questi prodotti ittici. L’intervento dei Nas ha permesso così di scoprire un fenomeno che sta dilagando sempre più, proprio tra i ristoranti take away che servono sushi. Una rete di rifornimento parallelo e del tutto illegale che mette a repentaglio la salute di chi poi si reca a consumare questo cibo che, tra l’altro, ha nella sua principale caratteristica quella che si mangia crudo.