Continuano le segnalazioni di Vespe Orientalis a Roma: l’ultimo caso è stato riscontrato a San Pietro. Ecco come ci si deve comportare nel caso in cui si formino nidi in casa. E gli errori da non commettere
Una volta erano i cinghiali a spaventare i romani, poi sono arrivati i topi (con numerose segnalazioni da parte dei turisti) e i serpenti (uno è stato trovato all’interno dell’ospedale San Camillo). Adesso è il turno delle vespe. La lunga estate romana sembra caratterizzata dall’incredibile numero di animali che affollano la città e molto spesso provocano disagi e problemi.
A preoccupare cittadini ed autorità sono ora i nidi di Vespa Orientalis, che continuano ad invadere numerosi quartieri della capitale. Lo scorso anno le prime segnalazioni arrivarono da Monteverde, poi le varie colonie dell’insetto si sono moltiplicate in tutti i quartieri della città, arrivando fino al centro. Numerose le segnalazioni dei cittadini, preoccupati dal numero elevato di sciami che girano indisturbati per la città. E che spesso creano dei nidi.
L’ultima segnalazione, in ordine di tempo, arriva dal quartiere San Pietro. Una coppia, con una bambina di 15 mesi, tornando dalle vacanze, si è ritrovata in casa un nido di Vespe Orientalis. “Siamo partiti per le vacanze agli inizi di luglio e abbiamo notato qualche vespa girare, ma non pensavamo che sarebbe potuto diventare un nido così enorme“, ha raccontato la mamma. Andrea Lunerti, esperto zoofilo, ha spiegato sui propri social le ispezioni, i sopralluoghi e gli interventi fatti quotidianamente nella capitale, confermando il numero elevatissimo di interventi ed il terrore nei cittadini. “L’ultimo caso risale a poche ore fa, vicino San Pietro. È al sicuro Ginevra, la bimba di soli 15 mesi che vive con i genitori proprio accanto al colonnato di San Pietro a Roma. Era molto preoccupato papà Leo per la presenza sempre più massiccia di Vespe Orientalis che entravano e uscivano accanto il tubo di scarico della caldaia. È stato rimosso l’enorme nido popolato da almeno 400 soggetti intenti ad allevare le nuove regine che avrebbero colonizzato la capitale la prossima primavera 2024. La foto di Giada e la piccola Ginevra è stata scattata e pubblicata con entusiasmo dalla mamma Marta ed io la considero, con sincera emozione la foto simbolo della stagione Orientalis a Roma 2023”. Le vespe presenti erano circa 400. “E sarebbero arrivati a mille nel giro di poco tempo. È il periodo di maggior pericolosità perché questi imenotteri sono irascibili e determinati nel difendere la loro prole”, spiega l’esperto zoofilo Andrea Lunerti.
Le Vespe Orientalis generalmente creano i loro nidi all’interno all’interno di una tapparella, negli avvolgibili oppure nelle intercapedini o nei pressi delle caldaie (come è accaduto alla famiglia che vive a San Pietro). Come ci si deve comportare quando ci si imbatte in un nido di Vespe Orientalis? “Non avviciniamoci e nemmeno improvvisiamoci sterminatori di insetti perché potremmo rischiare di essere punti e, nel caso di soggetti allergici, con conseguenze pericolose per la salute. Affidarsi sempre – ricorda l’esperto – alle persone competenti ed esperte e, soprattutto, non ricorrere ( come è accaduto in passato) a metodi “fai da te”: dagli spray ai materiali infiammabili che possono essere fortemente tossici per le persone oltre a scatenare incendi gravi”.
Le Vespe Orientalis presentano un corpo di colore scuro, generalmente marrone o nero, con striature gialle sul torace e sull’addome. Nonostante i colori possono cambiare, sono facilmente riconoscibili dal forte contrasto tra le strigliature e il colore scuro del corpo di ogni singolo esemplare. Sono dotate di un pungiglione molto resistente, attraverso il quale iniettano un veleno contenente una miscela di sostanze chimiche, tra cui istamina, acido solforico, proteine e altre tossine. La composizione del veleno può variare leggermente da specie a specie. Le loro punture sono dolorose e provocano reazioni locali, come gonfiore, arrossamento e prurito. Tuttavia, in alcuni casi, le persone possono manifestare reazioni allergiche più gravi, che richiedono cure mediche immediate. In caso di puntura (visto l’ingente quantità di veleno che viene sprigionato) è necessario allertare i medici. La Vespa Orientalis poi, rappresenta una minaccia per l’ecosistema locale. I vari esemplari infatti sono soliti attaccare altre specie di insetti utili, come le api, mettendo a rischio la biodiversità e il delicato equilibrio degli ecosistemi.