Il militare nato e cresciuto a Roma, ma in forza all’esercito israeliano, è al fronte a combattere per il suo paese. Intervistato da Rainews 24 ha parlato della situazione difficile che sta affrontando, ma con il pensiero rivolto sempre alla sua squadra del cuore
Il giovane ragazzo nato a Roma da genitori italiani, ma dall’età di 12 anni trasferitosi in Israele, è intervenuto nella trasmissione di approfondimento dei fatti quotidiani sul canale tematico della Rai nel pomeriggio di ieri, raccontando le sensazioni di ritrovarsi ora al fronte, in guerra. Romano di nascita, ma da 9 anni trasferitosi in Israele per vivere, dopo essersi arruolato, è con l’esercito israeliano nella guerra che contrappone la nazione con capitale a Gerusalemme ai miliziani di Hamas.
Con molta lucidità e fierezza, ha raccontato quando, lo stesso sabato dell’attacco dei miliziani di Hamas, avvenuto intorno alle 7:30 ora locale, lui alle 12 era già sul teatro di guerra a difendere i propri territori e la propria gente. Vive in Israele con i genitori, ma ha lasciato tutto il resto della famiglia a Roma, quindi nonni, zii e cugini che alla notizia della sua partenza per il fronte più caldo della battaglia hanno reagito “sicuramente con paura per me e per la mia sorte, ma anche fieri di quello che stavo facendo per il popolo di Israele”. A domanda precisa sulla paura che si può provare in una situazione del genere Mayer ha risposto. “La paura è concetto troppo grande. Paura vera e propria no, c’è un po’ di timore quello si, ma sappiamo bene che dobbiamo fare, siamo prepararti e perchè lo stiamo facendo”.
In una situazione estremamente difficile, in un momento così duro e pericoloso, il sergente Mayer, al di là degli affetti familiari, ha fatto capire come il più delle volte una passione può aiutare a vivere in situazioni e contesti davvero complicati. Con il pensiero magari rivolto sempre ad altro, a quel gruppo di amici con cui andare allo stadio a vedere la propria squadra del cuore. “Cosa mi manca davvero?“, il ragazzo ha provato a rispondere alla domanda della giornalista. “La Lazio” è stata la risposta del sergente senza esitazione. Il periodo vissuto a Roma evidentemente lo ha avvicinato ai colori biancocelesti, un amore mai sopito, con la speranza, proprio in un momento come questo, di rivedere al più presto Immobile e compagni. “Ho un tatuaggio della Lazio, Immobile è colui che mi ha fatto avvicinare a questo sport”, ha detto in un’intervista iconica alla Rai. “Torno a Roma in base alle partite, se tutto tornerà un po’ alla normalità spero di andare a vedere Atletico Madrid-Lazio. Quello per la Lazio penso che sia l’amore più puro della mia vita, sono veramente fiero dei miei colori”.