Aveva provato a lanciare il suo grido di dolere e di inquietudine durante una delle tante dirette sul popolare social network sempre molto seguite, ma la gente nion gli aveva creduto
Stava attraversando un periodo di grande sofferenza personale. Stava studiando, anzi era oramai giunto alla tesi di laurea, ma non si sentiva realizzato, provava molta solitudine, non si sentiva felice. E lo aveva candidamente confessato e raccontato con una serie di video fatti nell’ultimo periodo, molto diversi dai precedenti, quando invece si mostrava allegro e propositivo. E Nicolò Fraticelli, a soli 21 anni, ha deciso che questa vita non faceva più per lui. Una tragedia immane che alcuni giorni fa si è praticamente consumata sotto gli occhi di migliaia di followers che incredibilmente non gli hanno creduto, anzi lo hanno addirittura accusato di fare la vittima.
Resta uno dei grandi problemi delle nuove generazioni, quella di non sentirsi a proprio agio in questo mondo. Costruirsi questa realtà virtuale, parallela alla vita vera e propria, riduce le possibilità di capire fino in fondo chi siamo e di accertarci come siamo, ma ci rende schiavi magari di un personaggio che non esiste se non sul web, che ci siamo costruiti. Con tutte le estreme difficoltà poi a confessare, se necessario, alla propria famiglia o a un vero amico, il disagio che fa stare così male tanto da arrivare a un gesto così estremo.
Un ragazzo come tanti, brillante nello studio tanto da essere arrivato alla discussione della tesi di Laurea, bravo nel raccontare la vita che ci circonda su uno dei social network più popolare tra i giovani, ma non essere capace di confessare le proprie ansie, le proprie paure per un disagio latente che lo sta divorando dentro. E mettere così fine alla propria vita a soli 21 anni. E’ la drammatica storia di Nicolò Fraticelli, un giovane tiktoker di Roma, che aveva chiesto aiuto attraverso un ultimo drammatico video, ma che non è stato preso sul serio neanche dai suoi followers, che anzi lo hanno accusato di inventarsi tutto. “Ho deciso di far cadere la maschera, quella che tutti portiamo”, questo l’incipit di quell’ultimo video che lui stesso aveva definito triste. “Io non ce la faccio più a reggere la bella facciata. Tutti noi abbiamo una facciata che facciamo vedere agli altri, tendenzialmente quella che vogliamo mostrare agli altri e una facciata quasi sempre perfetta, almeno secondo il nostro punto di vista. Bene, io non ce la faccio più. Io devo ammettere di essere una persona sola e triste, che in questo momento della sua vita sta soffrendo molto”.
Forse nessuno ha capito il suo ultimo disperato grido di dolore. Un video d’addio che non è riuscito a scalfire la diffidenza di chi è abituato, su internet, a convivere tra mitomania e esagerazione, tra finzione e realtà. Nessuno tra i suoi followers ha capito la difficoltà di Nicolò. “Un periodo che poi passa”, ha scritto qualcuno sotto al video, un momento difficile che “se ti distrai, passa più in fretta”, ha aggiunto un altro. Ma per qualcuno, addirittura, quel video era un semplice capriccio, un problema “di chi non ha problemi veri”, un privilegio. E molti gli hanno rivolto parole di odio. C’è chi, addirittura, di fronte alla sua disperata richiesta d’aiuto, l’ha accusato di “giocare a fare la vittima”. I funerali celebrati la settimana scorsa hanno chiuso definitivamente la vita terrena di un ragazzo come tanti, un bravo ragazzo, che purtroppo non è riuscito a chiedere aiuto nella maniera giusta, per la disperazione della famiglia e di chi gli ha davvero voluto bene che ora dovrà convivere con quel senso di colpa di chi poteva provare a capire quello che stava per accadere.