Barbara è una mamma che vive a Montopoli di Sabina, un paesino in provincia di Rieti con meno di 4mila abitanti.
Ha tre figlie, due gemelle di dieci anni, con lievi disabilità e una di 2 e mezzo, con una grave disabilità, che è stata adottata quando aveva un anno e mezzo.
Portare le piccole più grandi a scuola è diventato complicato. Mentre prima del Covid c’era una fermata del bus scolastico davanti casa, da qualche tempo sono stati creati dei punti di raccolta e le bambine per arrivarci devono attraversare un ponte e percorrere una strada pericolosa dove le auto corrono, non ci sono limiti di velocità né barriere di protezione.
In più, Barbara per portare le gemelline al punto di raccolta deve lasciare a casa la figlia piccola mentre dorme e quando si sveglia è impossibile lasciarla sola. Per questa ragione la mamma ha chiesto molte volte all’amministrazione comunale di ripristinare la fermata del bus davanti casa.
“La cosa brutta è che il sindaco non risponde alle richieste mie e di mio marito, non meritiamo nemmeno una risposta”, dichiara la donna in un’intervista all’Ansa. “Questa non è inclusione. Noi siamo pronti a pagare di più per avere il servizio pullmino scolastico, ma dobbiamo poterlo utilizzare. La verità e che con i punti di raccolta l’amministrazione risparmia sul numero dei pullman che prendono i bambini, ma è un servizio di cui noi abbiamo assolutamente bisogno, che c’era ed è stato ingiustamente tolto”.