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Cronaca Roma

Gucci via da Roma: manifestazione di protesta dei dipendenti

La decisone di trasferire l’atelier da parte della storica casa di moda italiana, ha provocato la reazione dei lavoratori che temono licenziamenti in massa

I dipendenti della sede romana di Gucci, la maison di moda italiana, sono in stato di agitazione dopo l’annuncio fatto dall’azienda di trasferire a Milano la maggior parte dei lavoratori, 153 dipendenti su 219 a partire dalla prossima primavera. Temono che sia un licenziamento mascherato per via di offerte diversificate fatte a seconda delle mansioni.

La decisione della casa di moda italiana – Roma.cityrumors.it –

 

Gucci è una casa di moda italiana attiva nei settori dell’alta moda e degli articoli di lusso con sede a Firenze. I suoi prodotti includono pelletteria, scarpe, accessori, abbigliamento, gioielli, orologi, cosmesi, profumi, e una collezione di complementi d’arredo e accessori decorativi. Fondata da Guccio Gucci nel 1921, è diventato un marchio di fama internazionale e un’icona della Dolce Vita. Durante gli anni ‘80 la famiglia Gucci ha ceduto progressivamente le quote dell’azienda.

Un trasferimento forzato

L’annuncio definitivo, arrivato qualche giorno fa, ha scosso la vita della maison Gucci. La casa d’alta moda ha annunciato la chiusura dei due atelier romani per trasferire la maggior parte dei lavoratori a Milano, la città della moda. E davanti alle sedi storiche di Roma di via del Banco di Santo Spirito e Palazzo Mancini, oggi sono andate in scene le proteste dei dipendenti allarmati dalle notizie dello spostamento. “Non a tutti sono state offerte le stesse condizioni, è licenziamento mascherato”, dicono in coro i lavoratori scesi in strada fuori dalla sede. La casa di moda ha deciso di trasferire i due settori più importanti della produzione, designer e sartoria. Una scelta dettata solo dal fatto di riunire nella città della moda italiana, l’intera filiera della produzione. In totale sono coinvolte tutte le 219 persone attualmente assunte nella capitale, a 153 di loro è stato proposto di andare a Milano, ma non tutti hanno ricevuto le stesse offerte. La maggior parte di loro sarà costretta a rinunciare, di fatto ritrovandosi senza lavoro. Mentre gli altri 66 dipendenti dovrebbero rimanere a Roma, ma non hanno ancora avuto informazioni su quali mansioni e compiti andrebbero a ricoprire: la loro paura è che non avranno più lavoro.

La protesta in strada dei lavoratori – Roma.Cityrumors.it –

 

La protesta dei lavoratori

Il 17 novembre c’è stato un primo sciopero, attualmente i dipendenti sono in stato di agitazione perchè temono che queste decisioni possano portare a un’emorragia di manodopera anche per quanto riguarda le sedi di Milano, Novara e in Toscana. “Nonostante l’azienda dichiari di auspicare il trasferimento di tutti i dipendenti”, ha dichiarato Chiara Giannotti, rappresentante sindacale di Filctem Cgil, “non ha in realtà offerto a tutti le stesse condizioni, di fatto creando lavoratori di serie A e lavoratori di serie B. Le misure offerte risultano inadeguate, sono una tantum e hanno carattere temporaneo. Da un lato, l’azienda rifiuta il confronto con i sindacati, dall’altro cerca l’accordo privato con i lavoratori. Basterà chiedere quanti ad oggi hanno già “concordato” un’uscita mai desiderata e si scoprirà che sono già ben più del limite di 5 dipendenti che configura il criterio di licenziamento collettivo”. In giornata è arrivata anche la nota ufficiale chiarificatrice dell’azienda. “L’azienda spiega la sua posizione in una nota: “In riferimento alle proteste legate al trasferimento della Direzione Creativa da Roma a Milano, la Società fa sapere che tale trasferimento è stato preannunciato alle organizzazioni sindacali agli inizi di ottobre, non prevede alcuna riduzione di personale e verrà attuato nel pieno rispetto delle normative vigenti”.

Mauro Simoncelli

Romano di nascita, giornalista, scrittore, appassionato di sport e non solo. Mi piace informarmi e informare su tutto ciò che accade intorno a noi. Da sempre collaboro con giornali e tv e mi arricchisco attraverso il contatto quotidiano della radio. Oggi scelgo l’informazione quotidiana a tutto campo con passione e determinazione.