Meno di due mesi al grande evento che catalizzerà l’attenzione del mondo, ma la Capitale è ancora alle prese con cantieri di cui non si conosce l’esatta data di chiusura
Cinquantacinque giorni all’apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro da parte di Papa Francesco, data che segnerà l’inizio delle celebrazioni ufficiali per il Giubileo 2025. Nella capitale sono previsti non meno di 35 milioni di pellegrini provenienti da tutto il mondo nei dodici mesi di eventi che caratterizzeranno l’Anno Santo. Un anno che metterà a dura prova tutte le strutture di accoglienza della Città Eterna.
Da sempre il Giubileo funziona da volano per attivare tutti quei mutamenti destinati a modificare nel lungo periodo l’assetto urbano cittadino. La Capitale resta una città particolare, una città segnata da tanti vincoli urbanistici che rendono complicati tutti quegli appalti per i lavori che dovrebbero migliorare la vita e il tessuto sociale dei cittadini e dei visitatori che ogni anno rendono merito a Roma. Ecco perchè i grandi eventi rappresentano una scorciatoia fondamentale per evitare pastoie burocratiche.
Con il famoso Dpcm dell’8 giugno 2023, con uno stanziamento da parte del Governo di 3,4 miliardi di euro, dei quali oltre 1,3 miliardi derivano dai fondi Giubileo 2025, scattava l’operazione Giubileo 2025 per “potenziare i luoghi giubilari e dei grandi eventi”. Oltre mille cantieri aperti dalla Giunta capitolina in questi due anni per i cinque principali ambiti dove si era scelto di intervenire: Riqualificazione e valorizzazione; Accessibilità e mobilità; Accoglienza e partecipazione; Ambiente e territorio, e Caput Mundi. Ambiti che dovevano servire per cambiare il volto di una città ferma dal dopoguerra per quanto concerne le grandi opere. Un periodo durissimo per i romani alle prese con una moltitudine di cantieri aperti praticamente in contemporanea in tutte le zone della città, che hanno reso, se possibile, il traffico ancora più caotico, ma con la ragionevole certezza che questi ulteriori sacrifici sarebbero stati ripagati da un volto finalmente migliore della città o almeno questa era la promessa del sindaco Gualtieri.
Ora che il Giubileo è praticamente dietro l’angolo, scatta la corsa a chiudere la maggior parte di questi cantieri, soprattutto quelli più importanti che hanno riguardato alcune opere concepite appositamente per l’evento giubilare. Sono infatti cinque i grandi cantieri che, forse senza stravolgere il volto di Roma, ne cambieranno comunque in modo sostanziale l’aspetto e, soprattutto, la funzionalità: Piazza Pia, piazza dei Cinquecento, che comprende anche via Marsala, via De Nicola e piazza della Repubblica, nonché ai lavori a piazza Risorgimento e via Ottaviano. La grande paura è quella che, come accade abbastanza regolarmente in Italia, la Porta Santa verrà aperta, ma ancora ci saranno recinzioni, transenne di cantieri ancora aperti e i conseguenti problemi di viabilità sia per le auto sia per i pedoni. A preoccupare più di tutti resta il cantiere di Piazza Pia per la realizzazione del sottopasso stradale, che unirà in un unica grande piazza pedonale Castel Sant’Angelo e Via della Conciliazione fino a Piazza San Pietro.
I lavori procedono spediti, siamo oramai alla fase di posa dell’asfalto e tutto sembra andare verso l’apertura ufficiale in tempo per la notte del 24 dicembre. Così come il grande cantiere che cambierà il volto di Piazzale dei Cinquecento e della Stazione Termini, porta d’ingresso per milioni di pellegrini provenienti da ogni angolo del mondo. Soltanto per i lavori di ripavimentazione previsti all’esterno della Basilica di San Giovanni, per la sistemazione del piazzale antistante, si dovrebbe sforare di qualche giorno e superare il Natale, ma si dovrebbe terminare sempre entro la fine dell’anno. Insomma in Campidoglio c’è ottimismo sull’obiettivo di presentare una Capitale dal volto diverso, più pulito, funzionale e pronta per un evento che la porterà ancora una volta al centro del mondo.