A seguito dei primi test sui mezzi di trasporto pubblico di Roma, l’Atac ha confermato che “Controllare le distanze di sicurezza così è impossibile. L’unica via è l’obbligo di mascherina”.
Così la partecipata si è rivolta nell’ultimo video vertice al Campidoglio e alla Regione, esprimendo la propria preoccupazione per l’imminente passaggio alla Fase 2.
Inoltre, nel verbale emerge l’impossibilità per i dipendenti Atac di svolgere i controlli sui bus e sulle metro, che si troverebbero a gestire un flusso d’utenza che arriva ad una media di 2,4 milioni di spostamenti al giorno.
I test su alcune linee bus e metro sono partiti lo scorso 24 aprile; si permette di salire sugli autobus a soli 20 passeggeri per volta contro una capienza massima di 80-100; per le metro il taglio è ancora più drastico, con 130 passeggeri invece dei possibili 1.200.
Il risultato delle prove svolte è stato quello che ci si aspettava, ovvero code fino a quattro volte superiori al normale nelle fermate e rischio di assembramenti nettamente elevato.
La partecipata per questo ha chiesto di prevedere l’obbligo di mascherina per salire a bordo, una misura che a detta dell’azienda potrebbe sostituire o quantomeno allentare la prescrizione di rispettare le distanze. È una proposta su cui stanno ragionando sia in Comune che in Regione.