L’11 novembre prossimo i cittadini romani sono chiamati alle urne per votare in merito al Referendum sul Trasporto Pubblico Locale (TPL) promosso dai Radicali.
I DUE QUESITI REFERENDARI
primo quesito: “Volete voi che Roma Capitale affidi tutti i servizi relativi al trasporto pubblico locale di superficie e sotterraneo ovvero su gomma e su rotaia mediante gare pubbliche, anche a una pluralità di gestori e garantendo forme di concorrenza comparativa, nel rispetto della disciplina vigente a tutela della salvaguardia e la ricollocazione dei lavoratori nella fase di ristrutturazione del servizio?”.
secondo quesito: “Volete voi che Roma Capitale, fermi restando i servizi relativi al trasporto pubblico locale di superficie e sotterraneo ovvero su gomma e rotaia comunque affidati, favorisca e promuova altresì l’esercizio di trasporti collettivi non di linea in ambito locale a imprese operanti in concorrenza?”.
Il referendum ha natura consultiva, l’Amministrazione comunale non avrà alcun obbligo di dare seguito alla decisione espressa dai romani.
Sono favorevoli al referendum i radicali (che lo hanno promosso) e il Pd romano.
Il fronte del Sì vede nella messa a gara del servizio l’unico sistema per migliorare il trasporto pubblico nella città di Roma, mettendo fine alla gestione attuale.
Il fronte del No teme che la messa a gara porti inevitabilmente alla privatizzazione del servizio e ad un peggioramento dello stesso in un’ottica di rendimento per le società e non di servizio pubblico.