Tudor lancia la Lazio: “Ecco cosa serve per battere la Juve”

L’allenatore della Lazio ha presentato in conferenza stampa la semifinale di ritorno di domani sera contro la Juventus, dove la Lazio è chiamata a ribaltare il risultato della gara d’andata

I biancocelesti domani proveranno a ribaltare lo 0-2 subito a Torino nella gara d’andata e a centrare la finalissima di Coppa Italia che si disputerà tra un mese allo stadio Olimpico. La squadra allenata da Igor Tudor è reduce da un buon periodo di ritrovata forma sia fisica sia psicologica dopo l’addio di Maurizio Sarri. 3 vittorie e 1 sconfitta in campionato, anche se bruciante contro i rivali cittadini, da quando sulla panchina siede il tecnico croato, che hanno permesso alla Lazio di risalire in classifica e tornare in corsa per un posto nelle coppe europee della prossima stagione.

L’allenatore della Lazio Igor Tudor – Romacityrumors.it – Ansa foto

 

Credere nella rimonta

La Lazio è chiamata comunque a compiere una vera e propria impresa visto lo 0-2 rimediato all’andata. Sarà una partita difficile, ma allo stesso tempo affascinante e stimolante per quello che potrebbe rappresentare in caso di risultato positivo. Tudor ci conta e sprona la squadra a credere nel miracolo. “E’ una gara importante. Si gioca per una finale, contro una squadra forte. Non sarà facile, ma la Lazio deve provarci: crederci con tutte le sue forze e provare a fare una partita perfetta”. L’avversario è di quelli importanti che tra l’altro affronterà per la terza volta in pochi giorni. “Abbiamo fatto due gare contro la Juventus. Ogni partita è diversa dall’altra. La base è sempre la stessa, ma poi ci sono tanti particolari che possono indirizzare ogni gara. Il bello del calcio è questo: bisogna crederci sempre. Spero che sia una partita lunga. I ragazzi sono motivati: loro ci credono. E’ bello quello che ho visto”. La squadra sembra piano piano recepire i dettami tecnici che vorrebbe applicati sul campo l’allenatore croato. “Abbiamo fatto tante belle partite, da quando sono arrivato io ed ho impostato un calcio diverso. Io non mi accontento mai e cerco sempre di migliorare. Io sono contento del percorso che abbiamo tracciato e vedo grande partecipazione da parte dei calciatori”. La Lazio fa fatica in fase offensiva, come si può trovare il coraggio di andare a tirare? “Si lavora sul coraggio di andare in area e si lavora su come ci si muove dentro, ma spesso l’atteggiamento viene dalle caratteristiche di alcuni giocatori. Ci dobbiamo lavorare, lo facciamo ogni giorno sui dettagli che non sono dettagli”.

La Lazio crede nella rimonta – Romacityrumnors.it – Ansa foto

 

Come sta la squadra

Per vincere serve la qualità dei giocatori che si hanno a disposizione e il gol vittoria segnato a Genova venerdì scorso ne è la prova. “Serve avere fluidità, aggressività sull’uomo e compattezza: bisogna essere concentrati e non regalare niente. Bisogna avere tutto: ma lo sai alla fine come si vince? Con la qualità dei calciatori. Un allenatore può lavorare otto ore al giorno, ma se non hai Felipe che si inventa quella palla, Kamada che non fa quella giocata, Matias che si inventa quella finta e Luis che tira di prima, non segni”. Tudor conta di riavere a disposizione anche alcuni degli assenti eccellenti delle ultime gare.
Matteo ha fatto due belli allenamenti e sarà convocato, come Immobile. Castellanos? Ieri abbiamo fatto una bella chiacchierata. E’ un ragazzo che ci tiene, forse anche troppo. Ha delle doti che ancora non è riuscito ad esprimere al massimo e questo pesa. Con la Salernitana ha fatto una buona gara anche se non ha segnato: per gli attaccanti non segnare pesa molto. Io dico sempre di non pensare al gol, ma pensare a come arrivare al gol. Può essere una medicina per ripartire. Felipe Anderson ha fatto una vita sulla fascia. Luis Alberto ha giocato tanto, quasi sempre”. Il presidente Lotito in questi ultimi giorni ha dimostrato a parole più volte di apprezzare l’approccio dal punto di vista tecnico e nei rapporti con i calciatori dell’allenatore croato. Per un allenatore è bello sentire queste parole del presidente, il lavoro di un allenatore è basato su tante cose, non solo sul carattere, ci sono anche stili di gioco e mentalità. Le analisi devono essere profonde, io ho sempre sentito tante etichette ed esagerazioni nella mia carriera, ma le varianti da valutare sono tante. Per l’impresa serve tutto, gioco, possesso, attacco dello spazio e aggressività sull’uomo, ma anche compattezza. Dobbiamo tenere tutto questo 90′, anche nei supplementari magari, sono cose su cui lavoriamo tutti i giorni.

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