L’allenatore portoghese della Roma ha parlato al termine della vittoria interna contro il Frosinone, terminata 2-0
La Roma, dopo la figuraccia subita contro il Genoa a Marassi, rialza la testa e batte 2-0 in casa il Frosinone dell’ex Eusebio Di Francesco. Con questa vittoria i giallorossi si trovano dodicesimi a quota otto punti, momentaneamente a meno tre dalla zona Europa. Di Lukaku, al terzo centro nelle 5 partite disputata con la maglia della Roma, e Pellegrini i gol decisivi.

Vittoria fondamentale
La situazione iniziava a diventare pesante dopo la sconfitta di Genoa e in città qualcuno aveva cominciato a mettere in dubbio anche la figura dell’allenatore portoghese, che davanti ai microfoni invece ha sottolineato la prova dei suoi giocatori. “Nel primo tempo abbiamo concesso un paio di buone opportunità, abbiamo una linea difensiva con un ragazzo che gioca con noi da un paio di mesi, c’è stata compattezza difensiva dagli esterni, grande sforzo di Bove e Paredes, anche i due ragazzi offensivi ci hanno aiutato. La squadra è stata squadra, è una cosa che a me piace sempre contro una squadra che di Serie B non ha niente, è una squadra organizzata con giocatori di qualità, mi è piaciuto il Frosinone e anche giocarci”. Mourinho ha ribadito l’importanza di avere a disposizione un giocatore come Lukaku, ma lo ha fatto come al solito a modo suo. “Pensavo fossi il responsabile dei non gol di Lukaku… come minimo nessuno può accusarmi di questo, perché Lukaku segna al Manchester, all’Inter. Romelu è Romelu e fortuna non sono un tecnico capace di togliere qualità a Romelu”.

Da eroe a problema
L’allenatore portoghese comunque non ha mancato di rimarcare quanto sia stato infastidito dalle voci delle ultime settimane. “Tre mesi fa ero amato, io ero voluto, io avrei causato il panico se fossi andato via. Tre mesi dopo, dopo un inizio orribile a livello di risultati, ma multifattoriale, capite cosa intendo, qui mi sono infastidito. Oggi sapevo che i ragazzi avrebbero dato dimostrazione che siamo amici e uniti, sono contento che loro abbiano vinto, sono contento perché perdere 4-1 non è mai facile, bisogna essere equilibrati emozionalmente e avere la struttura mentale per entrare in campo. Non abbiamo mai sentito il mancato appoggio del pubblico, ci hanno sostenuto. Magari qualche ragazzo poteva sentire qualcosa di diverso, in realtà sembrava avessimo vinto a Genova e ringrazio loro, i tifosi. Dopo la partita non sono rimasto in campo per far godere la vittoria ai giocatori, nei momenti migliori lascio ai giocatori il palcoscenico e la foto”.
Poi ha ribadito che comunque il suo contratto scadrà il prossimo 30 giugno. “Voi continuate a parlare di futuro. Io non devo parlarne. Il mio futuro è il contratto con la Roma firmato fino al 30 giugno. La proprietà è la proprietà e l’allenatore deve rispettare questo. Loro ovviamente vogliono vincere le partite ed è normale che sono dispiaciuti per l’avvio di campionato. Io lavoro per loro, per i giocatori e per i tifosi”.