Manca oramai soltanto l’annuncio ufficiale, ma Claudio Ranieri tornerà per la terza volta a sedersi sulla panchina della sua squadra del cuore
Il momento della Roma è estremamente complicato. Un avvio di stagione che ha visto già bruciare sull’altare di polemiche, risultati negativi, uno spogliatoio complicato e una piazza in ebollizione, ben due allenatori. L’ex capitano Daniele De Rossi, già subentrato in corsa allo Special One, Mourinho, durante la scorsa stagione, e Ivan Juric, sergente di ferro che si pensava potesse portare disciplina all’interno di un gruppo lasciato troppo solo. Missione fallita in tutti i sensi e la proprietà americana non poteva fare altro che richiamare un vecchio core de Roma, come Claudio Ranieri, per far uscire dalle sabbie mobili una squadra partita con ben altre ambizioni.
Romano e romanista, l’ex tecnico tra le altre di Juventus, Sampdoria, Cagliari e Leicester, torna a casa ad allenare la squadra giallorossa dove tutto era cominciato da calciatore. Roma, appunto, Catanzaro, Catania e Palermo le tappe più importanti di una più che discreta carriera da calciatore, prima di cominciare quella ben più lunga e ricca di soddisfazione come allenatore. L’impresa fatta in Premier League alla guida del Leicester resterà per sempre scolpita nella storia del calcio come una delle più grandi imprese sportive mai vissute.
Ritorno a casa
Serviva una scossa, ma una scossa data da un padre di famiglia, una di quelle “ramanzine” che soltanto alcuni genitori sanno dare ai propri figli, duri, ma anche giusti nel far capire le cose. Claudio Ranieri atto terzo. Manca soltanto l’ufficialità, ma sarà proprio Sir Claudio a tentare di risollevare la stagione della Roma, a ridare coraggio e soprattutto fiducia a uno spogliatoio sballottato da un allenatore all’altro, a una piazza in preda a una crisi isterica perchè non sa neanche più con chi prendersela, ma anche con una dirigenza che sembra lontana anni luce da una realtà che va capita e interpretata prima ancora di provare ad accontentare con acquisti più o meno roboanti. E chi meglio del figliol prodigo per provare a compiere l’ennesimo miracolo? Ranieri sale sulla tolda della nave giallorossa per la terza volta negli ultimi 15 anni. Nel 2009 prese la squadra zero punti dopo tre giornate e arrivò a sfiorare lo scudetto dopo una leggendaria rimonta solo per “colpa” di Pazzini, poi nel 2019 subentrò a Di Francesco nella seconda parte della classifica e centrò un grande piazzamento in Champions League. Oggi è chiamato ancora una volta in soccorso, vediamo se riuscirà a compiere l’ennesimo capolavoro della sua carriera.
Il ritorno de “er fettina”
Ranieri, romano de Roma e “testaccino” nel cuore, anche se le sue origini sono del quartiere San Saba, non ha mai nascosto nel corso della sua carriera la sua romanità, neanche in piazze non proprio simpatiche alla squadra giallorossa, come ad esempio Firenze o Torino sponda Juventus, ma neanche in Inghilterra ha mai mancato di sottolineare le sue origini nelle conferenze stampa in perfetta lingua inglese. Resterà negli annali il suo leggendario “Dilly ding dilly dong”, quel suono che fa la campanella simulato con la voce per svegliare l’ambiente del Leicester nello sforzo finale per arrivare a firmare quell’impresa leggendaria nella stagione 2015-16. A Londra era soprannominato “tinkerer”, l’indeciso, perché cambiava troppo spesso formazione, ma dalle sue parti per tutti è stato “er fettina“, un soprannome curioso legato a un aneddoto legato alla sua gioventù. Per risalire al motivo di questo simpatico soprannome infatti bisogna tornare molto indietro nel tempo, quando da ragazzo era solito dare una mano nella macelleria di papà Mario, effettuando consegne a domicilio sulla sua Lambretta.