Il tecnico della Roma analizza il momento negativo della squadra: “Tre mesi erano tutti disperati all’idea che potessi andare via”
“Tre mesi fa c’era quasi un dramma a pensare che io potessi andare via, a Budapest ho detto a tutti che sarei rimasto. Dopo tre giorni, contro lo Spezia, l’ho detto anche ai tifosi. In estate ho avuto la più importante offerta che un allenatore ha mai avuto nella storia del calcio e l’ho rifiutata per la parola data a tutti. Tre mesi dopo sembra che io sono un problema e questo non lo accetto. Non sono un problema”. Josè Mourinho si difende, attaccando. Come da tradizione. Il tecnico portoghese allontana le critiche per l’avvio deludente di stagione. “Non ho paura dei fischi, se mi vogliono trovare mi trovano a Trigoria, la mia vita è qua. Io e i miei giocatori domani saremo li in campo a prenderci la responsabilità  di quello che succederà , l’unica cosa che pensiamo è di vincere domani”.
La sconfitta con il Genoa, la delicata sfida con il Frosinone, il momento negativo ed il futuro. Josè Mourinho ha parlato alla vigilia del match contro i ciociari. Una gara che per la Roma potrebbe rappresentare una sorta di svolta, in un momento delicato. A patto di ritrovare gli equilibri difensivi dello scorso anno. Mourinho non cerca scuse e parla di un solo risultato a disposizione. “Vogliamo e dobbiamo vincere, nessun alibi. Un punto nelle prime tre giornate, a mercato aperto, ha lasciato un peso in alcuni giocatori. Dopo l’Empoli, incredibile risultato, e dopo la vittoria in coppa pensavo che quel peso sarebbe uscito dalle spalle della gente in campo e fuori, non è stato così. In Serie A tutte le squadre possono fare risultato, il punto di Torino dopo una buona partita è diventato negativo, se ci arrivi con sei o sette punti è diverso. A Genova mi aspettavo miglioramenti e continuità : non è successo”.
Il tecnico analizza il ko con il Genoa e chiede ai suoi maggior coraggio: “Sono successe tante cose, la squadra è peggiorata con Cristante centrale e con i cambi. Bryan mai giocato a 4 dietro, N’Dicka anche, sembrava che potevamo pareggiare e invece abbiamo perso. Cosa dobbiamo fare ora? Avere il coraggio di entrare domani in campo, accettando o il supporto fantastico che sarebbe una lezione di romanismo o una manifestazione negativa. In ogni caso dobbiamo avere rispetto”.
Mourinho analizza poi anche il mercato e le difficoltà incontrate durante l’estate: “Penso che il ds Pinto sia stato qua agli inizi di settembre e abbia fatto una buona spiegazione. Ha spiegato come la Roma debba ovviare al suo Fair Play finanziario, si devono prendere certe decisioni e sai che sono rischiose. Ibanez non c’è più, non abbiamo Kumbulla che è infortunato e l’anno scorso ci dava una mano. Con Smalling out siamo rimasti in tre in un periodo dove si gioca ogni tre giorni. L’infortunio di Diego (Llorente, ndr) fa parte di Diego, è la sua storia clinica e ci ha messo in difficoltà . Non è il momento di trovare alibi o incolpare qualcuno, questa è una conseguenza di una situazione del Fair Play Finanziario, è una situazione che già conoscevo e poteva succedere”.
Sulla condizione dei singoli: “Non mi piace parlare individualmente dei giocatori, ma ora Cristante ci dà di più, ha avuto un’evoluzione fantastica, nella velocità di esecuzione, non era propriamente un genio con la palla, ma è diventato più sveglio obiettivamente, è importante per noi. La squadra ha peggiorato quando è passato dietro, poi dopo arriverà la domanda se giochiamo a 3 o a 4 che è una domanda normale. Per giocare a 4 possiamo giocarci solo con El Shaarawy e Costa, che sarà convocato. Se parlate di Dybala, voi dite che sembrava molto stanco in queste due partite”, ha aggiunto. “Non dovrei parlare di queste cose con voi, abbiamo una partita domani difficile, importante, una pressione extra, dobbiamo giocarla al massimo della nostra potenzialità ”, ha sottolineato.
Chiusura dedicata all’ipotetica crisi del terzo anno. Concetto che Mourinho allontana con forza: “Quando una persona sta bene non c’è il terzo anno, il quinto o il decimo. Ci sono problemi anche nel primo anno, nel calcio come nella vita. Ho amici che sono ancora amici anche se li ho conosciuti a 5 anni. Tutto è maratona: calcio, vita, non vedo questo come un problema. Quando non senti l’amore tu sai che basta. Quando sei stanco, anche senza problemi, capisci che il rapporto è arrivato al limite. Noi non possiamo cambiare con 100 milioni se c’è un problema, come al City o al Barcellona. Il problema non sono gli anni, ma il rapporto, se esiste o non esiste. E per me il rapporto esiste. Qui il rapporto mi piace tantissimo, in nessun altro posto mi è piaciuto di più“.