La Roma sbatte contro il muro del Monza e non riesce a cancellare la brutta prestazione di giovedi in Svezia in Europa League
La Roma di Ivan Juric era alla ricerca della terza vittoria consecutiva in Serie A per riprendersi dalla sconfitta in Europa League contro l’Elfsborg. L’occasione era ghiotta per i giallorossi visto che affrontavano il Monza, anche se in trasferta, che occupava l’ultimo posto in classifica in campionato ed era ancora a secco di vittorie.
La Roma si è inceppata. L’effetto del ribaltone Juric sembra essere già finito e, dopo due vittorie consecutive in campionato, sono arrivate prima la clamorosa sconfitta in Europa League contro una squadra senza nessun curriculum europeo e poi lo scialbo pareggio di oggi contro il Monza dell’ex laziale Alessandro Nesta, che ancora però non è riuscito mai a vincere in questo campionato. Il vantaggio di Dobvik a metà secondo tempo aveva illuso i giallorossi che invece dopo pochi minuti si fanno raggiungere da un bel gol di Dani Mota. A nulla vale l’arruffato assalto finale dove tra l’altro i giallorossi reclamano per un presunto rigore su Baldanzi non fischiato dall’arbitro La Penna.
I top e i flop della partita
I top
Dovbik: Almeno lui si dimostra costante e continua a segnare con una certa regolarità. E’ diventato il centravanti che serviva, utile nella manovra per far salire la squadra e poi mortifero in area di rigore. Aveva già trovato la via della rete nel primo tempo mettendo dentro da pochi passi il pallone rimbalzato sul palo dopo il tiro di Kone. Ma era in fuorigioco. Terzo gol in campionato più quello siglato in Europa League contro il Bilbao. Lui almeno c’è!
Kone: Parte dal primo minuto e questa volta è più in palla del solito. Si vede che lentamente sta entrando nel meccanismo ed è più nel vivo del gioco. Difende e riparte, sradica palloni e poi è pronto a buttarsi in avanti per arrivare a rimorchio nelle giocate dei compagni. Tipica azione che lo porta a colpire un palo clamoroso dopo pochi minuti. In crescita, ma sfortunato.
Pellegrini: Il capitano parte dal primo minuto e questa volta sembra uno dei più ispirati o almeno uno di quelli meno addormentati. Ci prova a trascinare la squadra soprattutto nel primo tempo quando mostra di avere le idee più chiare. Agisce sulla trequarti e sicuramente si fa notare più lui che il compagno di reparto Soulè. Capitano.
I flop
Suolè: Sarà che è ancora molto giovane, sarà che è arrivato da poco in un ambiente in fibrillazione, sarà che l’eredità che gli è stata praticamente data, di Dybala, probabilmente lo sta schiacciando come non mai, fatto sta che il giovane attaccante argentino sembra l’ombra del brillante, ottimo giocatore visto lo scorso anno a Frosinone. Non salta l’uomo, non si propone, non tira mai in porta. Esce a metà secondo tempo con pochi rimpianti. Assente.
Angelino: Dovrebbe essere il motore della fascia sinistra, il faro a cui appoggiare il gioco per cercare la superiorità numerica, ma in certe partite non c’è verso di accendere neanche una lampadina lì su quella fascia. Esce a metà secondo tempo insieme a Soulè, simbolo del vorrei ma proprio oggi non posso della Roma a Monza. Spento.
Mancini: Restava l’ultimo baluardo, l’ultimo ad arrendersi e ad alzare bandiera bianca. Almeno la sua grinta e la sua cattiveria agonistica molte volte suonavano la carica al resto della squadra. Oggi anche lui si è lasciato trasportare dall’andamento lento dei compagni, facendosi trovare colpevolmente impreparato nell’occasione del gol di Dani Mota che costa due punti ai giallorossi. Distratto.