Il presidente biancoceleste e senatore di Forza Italia era presente alla cerimonia per i collari d’Oro dove ha ricevuto un premio
Un premio importante e un riconoscimento a cui Claudio Lotito non rinuncia. Il patron della Lazio e senatore di Forza Italia ha partecipato alla cerimonia di premiazione all’Auditorium Parco della Musica ‘Ennio Morricone’ di Roma dove è stato premiato come società Lazio con il Collare d’Oro, la massima onoreficenza conferita dal CONI, per merito sportivo.
Un’occasione che Lotito non poteva perdere visto tutto quello che ha fatto in questi vent’anni che ha guidato la società biancoceleste dal fallimento fino ad essere una delle società più solide della serie A. E con una squadra che, al momento, è una delle più forti dal punto di vista tecnico. “La Lazio? L’aquila vola in alto”, dice subito il presidente col sorriso.
E poi attacca: “Se si mantiene questo profilo di umiltà, spirito di gruppo, determinazione, si possono ottenere e dare grandi soddisfazioni ai tifosi. La Lazio ha iniziato anche i lavori dell’Academy, verranno costruiti altri sette campi, la foresteria, la scuola, lo studentato e una chiesa”.
Per Lotito vedere quanto sta accadendo è una delle più grandi soddisfazione che potesse avere, anche perché è stata una squadra completamente smantellata e rimessa in piedi da cima a fondo: “L’obiettivo è allenare corpo, fisico ma nutrire anche lo spirito. La squadra che scende in campo oggi io l’ho voluta a tutti i costi, è una squadra che si diverte e fa divertire, che ha riportato l’orgoglio dell’appartenenza e che consente a tante persone meno fortunate di avere un sorriso e la forza di poter superare quotidianamente le difficoltà della vita“.
Baroni è stata una mia scelta
“Lazio-Inter? Non faccio pronostici, ogni partita è storia a sé. Spero che la squadra mantenga questo profilo di grossa determinazione, unione e ferocia agonistica. I meriti di Baron? Quando ho scelto Baroni, l’ho fatto in modo convinto, sicuramente non l’ho fatto per far retrocedere la Lazio, come è stato detto in estate. Ho fatto una ristrutturazione perché volevo ripartire seguendo una logica tutta diversa e ora i fatti mi stanno dando ragione
Baroni è la persona giusta, incarna i nostri principi. Nel momento in cui hai una rosa altamente competitiva, è giusto far giocare chi è più pronto e funzionale al confronto con la squadra avversaria. Non bisogna rincorrere i nomi, quelli fanno parte della storia. Noi dobbiamo parlare del futuro. La Lazio deve diventare un punto d’arrivo e non di partenza”.
Offese olandesi? Non dimentico nulla. Su quelle verrà portato avanti un iter. Sicuramente, abbiamo dimostrato che quanto ci veniva contestato era assolutamente fuori luogo. Non può essere imputato alla Lazio di essere antisemita, fascista, contrasta fortemente con quella che è la realtà. Quello che hanno detto – che ero un presidente di stampo mafioso – mi fa sorridere. Belahyane? Sono temi che verranno affrontati successivamente, al momento ci piacciono i nostri giocatori”..