Lazio, un sogno lungo 50 anni: il racconto di una stagione indimenticabile

Cinquanta anni fa il club biancoceleste festeggiava il primo, indimenticabile scudetto: il racconto di un’avventura unica. Indimenticabile

Il bianco e il nero regalano ad alcuni filmati quel pizzico di fascino in più, che trasforma e rende immortale qualsiasi storia. Davanti ai nostri occhi scorrono le immagini di un ritiro pre campionato, con Chinaglia intento a superare Wilson in dribbling e Tommaso Maestrelli che scruta da vicino i suoi giocatori. Spettatore a bordo campo, su una panchina in legno, il presidente Lenzini. Il papà buono, che in breve tempo è riuscito a trasformare una squadra di serie B nella più bella realtà del calcio italiano.

La Lazio del 1974, campione d’Italia. Oggi ricorrono i 50 anni dallo scudetto – Roma.Cityrumors.it

Lo scudetto perso rocambolescamente nell’ultima giornata del campionato scorso sembra un ricordo lontanissimo. Nei pensieri della truppa biancoceleste c’è la stagione che sta per iniziare. “Cosa si aspetta dal campionato 1973-74”? chiede un cronista al tecnico Maestrelli, che senza indugiare risponde: “che la Lazio ottenga una salvezza tranquilla e che riesca a ripetere il bel campionato dello scorso anno”, confermando quel mix di realismo e scaramanzia che lo hanno accompagnato durante la stagione appena conclusa. “Ma secondo lei la Lazio non è tra le favorite”? incalza il giornalista cercando di strappare all’allenatore biancoceleste una dichiarazione spregiudicata. “Assolutamente no risponde secco MaestrelliMilan e Juve sono molto più attrezzate di noi e dunque sono le favorite per la vittoria finale. Senza dimenticare l’Inter”.

L’esordio e i gol di Chinaglia e Wilson

Realismo, caparbietà, voglia di stupire e quel pizzico di pazzia che ha reso lo spogliatoio biancocelste del 1974 indimenticabile. Con questi ingredienti la Lazio si appresta ad iniziare la stagione più esaltante e romantica della sua storia, che la porterà a trionfare nella prima volta nel campionato di serie A. L’esordio è datato 7/10/1973. A Vicenza Chinaglia e compagni mandano un chiaro messaggio alle concorrenti: la Lazio è in salute, ed è pronta alla battaglia: Chinaglia sblocca il risultato dopo sette minuti, Re Cecconi raddoppia piegando le mani al portiere Bardin e nel finale Garlaschelli mette al sicuro il risultato. Vicenza – Lazio: 0-3.L’esordio all’Olimpico è ricco di insidie. La Sampdoria chiude tutti i varchi e per Chinaglia e compagni è dura sfondare il bunker difensivo. Maestrelli le prova tutte e a venti minuti dalla fine lancia nella mischia il giovane D’Amico, all’esordio assoluto in serie A. Il diciannovenne non tradisce le attese e partecipa all’azione che a sette minuti dal termine sblocca il risultato. Marcatore dell’incontro è il capitano Pino Wilson, che dopo 282 partite (disputate in nove anni e in categorie differenti) realizza il suo primo goal.

Oltre le difficoltà

Il 28/10/1973 arriva il primo scontro diretto. La Lazio sale a Torino per affrontare i campioni d’Italia della Juventus. Per molti è già una sfida scudetto. Nel primo tempo Chinaglia sblocca il risultato con una prodezza personale, che viene però vanificata da una ripresa disastrosa, nella quale si registrano le reti di Altafini, Bettega e Cuccureddu, per il 3-1 finale. L’occasione per una pronta riscossa la offre il calendario, che alla quarta giornata prevede la sfida casalinga contro la Fiorentina. La Lazio attacca, ma viene tradita dal suo trascinatore: Chinaglia si fa respingere da Superchi un calcio di rigore e poi, sulla ribattuta, calcia alle stelle. La consolazione per Longh John arriva dalla nazionale. Il 14 novembre il centravanti laziale è tra i protagonisti dello storico successo azzurro a Wembley contro l’Inghilterra. In campionato però le cose non vanno per il verso giusto. A Cesena finisce 0-0, mentre all’Olimpico l’Inter impone ai biancocelesti il pareggio, dopo l’iniziale centro di Chinaglia. Tre punti nelle ultime quattro partite. La Lazio necessita di una scossa. Maestrelli lancia definitivamente D’Amico nell’undici titolare e si affida a Petrelli nel ruolo di terzino destro. La trasferta di Cagliari rappresenta un importante test. Al 21’ Chinaglia sfugge in contropiede, salta tre avversari in dribbling e presentatosi tutto solo al cospetto di Albertosi lo trafigge con un esterno micidiale. Le inquadrature dell’epoca si spostano sul nutrito gruppo di tifosi biancocelesti presenti allo stadio, che abbracciano idealmente il loro condottiero pronto ad esultare con loro.

Tommaso Maestrelli abbracciato dai suoi giocatori dopo un gol – Roma.Cityrumors.it

Il derby di Chinaglia e Franzoni

L’ottava giornata prevede il derby. La sfida delle sfide. La Lazio è in ripresa, mentre la Roma (sconfitta la settimana precedente dal Napoli) ristagna nei bassifondi della graduatoria. A rendere l’atmosfera sempre più elettrica contribuisce l’ostracismo dei tifosi giallorossi nei confronti di Chinaglia, considerato un vero e proprio spauracchio. L’attaccante laziale è come una miccia pronta ad esplodere e le continue provocazioni dei sostenitori avversari non fanno che caricarlo ulteriormente. Da par suo Longh John sembra quasi divertirsi, e sfida gli avversari in modo continuo (mostrando il piede dalle protezioni per farsi colpire dal lancio di oggetti, rispondendo in prima persona agli insulti e sfoderando prestazioni maiuscole). Il primo tempo si chiude inaspettatamente con la Roma avanti di un goal, ma nella ripresa la reazione veemente dei biancocelesti non tarda ad arrivare. Dopo un solo minuto Garlaschelli si invola sulla destra, e sul suo traversone l’esordiente Franzoni insacca con uno spettacolare tuffo di testa. Chinaglia è indiavolato: recupera il pallone da dentro la rete, lo scaraventa verso i tifosi giallorossi e si porta sotto la sud in segno di sfida. Lo stesso centravanti poi, chiude il match nel finale, insaccando in girata dopo una falsa uscita del portiere giallorosso Conti.

La zampata di Re Cecconi

La vittoria sui cugini regala agli uomini di Maestrelli la forza necessaria per un vero e proprio sprint. Il 16 dicembre arriva all’Olimpico il sorprendente Napoli di Juliano che guida la classifica. Dopo una lunga serie di attacchi Maestrelli si affida nuovamente a Franzoni, divenuto una sorta di porta fortuna, e nel quarto d’ora finale l’attaccante si rende protagonista entrando nell’azione del goal decisivo, siglato nuovamente da Chinaglia, che batte Carmignani con un colpo di ginocchio. Il 23 dicembre i laziali si godono il più bel regalo di Natale. Con la vittoria sul campo del Verona, arrivata grazie al goal di Garlaschelli, la Lazio torna in testa alla classifica, approfittando delle contemporanee battute d’arresto di Juventus e Napoli. Pulici e compagni si congedano dal 1973 con un successo indimenticabile. Il 30 dicembre il Milan viene regolato nel finale da una zampata vincente di Luciano Re Cecconi, che di punta gira alle spalle di Vecchi una punizione battuta velocemente da Frustalupi.

Tommaso Maestrelli e Luciano Re Cecconi, uniti in campo e in un destino beffardo – Roma.Cityrumors.it

Il nuovo anno parte all’insegna dei ragazzi di Maestrelli, che a Genova regolano i rossoblù con una doppietta di Garlaschelli. Il 13 gennaio 1974 arriva la prima, inaspettata sconfitta casalinga, per opera del Torino e grazie al sigillo del giovane Graziani. La Juventus, superando di misura la Roma, raggiunge i biancocelesti in testa alla classifica, mentre Napoli, Fiorentina e Milan si rifanno sotto. A preoccupare Maestrelli c’è l’improvvisa astinenza al goal di Chinaglia (a secco da quattro turni) e le condizioni di Re Cecconi, costretto ad abbandonare il campo per infortunio. Il biondo centrocampista sarà costretto a rimanre fuori squadra per circa due mesi. Per la sua sostituzione il tecnico laziale si affida a Fausto Inselvini, arrivato in estate dal Brescia. Il centrocampista si dimostra un valido rincalzo e sin dalla trasferta di Foggia svolge appieno il suo dovere. In Puglia Chinaglia torna al goal con un bolide a quattro minuti dal termine. Una rete, che unita a quelle di Merlo e Mimmo Caso che a Firenze fermano la Juventus, regala nuovamente alla Lazio la leadership, che non abbandonerà per il resto della stagione.

Juve battuta: volata scudetto

Contro il Bologna (4-0) arriva il primo goal di Vincenzo D’Amico, imbeccato da uno splendido colpo di tacco di Chinaglia, mentre nella prima di ritorno il Vicenza subisce lo stesso passivo dell’andata (3-0).A Genova arriva il terzo passo falso della stagione, con i blucerchiati che si impongono sfruttando il goal dell’ex Maraschi. Le cronache dell’epoca riportano un duro sfogo di Chinaglia contro i suoi compagni. “Qualcuno pensava che lo 0-0 avrebbe fatto comodo a tutti. Io e Garlaschelli ci siamo congelati nell’attesa che ci arrivasse un pallone giocabile. Se qualcuno è stanco lo dica”. Il leader biancoceleste chiede una maggiore concentrazione, in previsione del match che può decidere l’intera stagione. All’Olimpico scende in campo la Juventus di Vycpalek, unica inseguitrice. L’Olimpico risponde con circa 80.000 spettatori, che chiedono a Chinaglia e compagni un’impresa da ricordare. La Lazio parte forte e dopo cinque minuti Garlaschelli insacca con un diagonale preciso alla destra di Zoff. Alla mezz’ora Chinaglia raddoppia con un bolide su punizione. L’Olimpico è in festa, ma nella ripresa l’arbitro Panzino sale in cattedra assegnando due rigori ai bianconeri nel giro di pochi minuti. Sul primo Pulici compie un miracolo, ma nulla può sul secondo tiro di Anastasi. Sul 2-1 Wilson e compagni sembrano tarantolati. Chinaglia si esibisce in un dribbling nell’area juventina, Capello lo sgambetta e Panzino concede il penalty che lo stesso centravanti scaraventa alle spalle di Zoff. E’ festa per tutti, anche per Petrelli nonostante uno stiramento che lo mette ko prima del termine. A Firenze viene sostituito da Polentes, che diventa il terzo giocatore ad essere utilizzato sulla fascia destra difensiva dopo Facco e Petrelli. In toscana finisce 1-1, con Chinaglia che si fa perdonare dal dischetto l’errore dell’andata.

Il volo scudetto coinvolge tutti

Contro il Cesena Maestrelli deve rivoluzionare la squadra, per sopperire alle assenze di Petrelli, Martini e Re Cecconi. Torna titolare Manservisi, pilastro della formazione dello scorso anno e relegato in panchina dall’esplosione di Vincenzo D’Amico. “Uccellino”, così come viene definito, gioca una grande gara. La sfida è resa gustosa dal ritorno a Roma del portiere Boranga, che due anni prima (quando difendeva i pali della Reggiana) aveva causato la prima e unica espulsione di Chinaglia facendo finta di essere stato colpito da una testata. Il centravanti si vendica realizzando una delle due reti che decidono l’incontro. Il secondo goal è siglato da Nanni al primo centro in campionato. Nel finale c’è gloria anche per Borgo, che esordisce in prima squadra. La Lazio è un fiume in piena. Gioca un calcio concreto e spettacolare ed è ormai considerata da tutti la squadra da battere. La sconfitta di Milano (3-1 con l’Inter) non porta sconquassi in classifica e non abbassa il morale della truppa di Maestrelli. All’Olimpico scende il Cagliari di Gigi Riva. Il tecnico laziale saluta il ritorno in campo di Luciano Re Cecconi e l’ennesima doppietta di Giorgio Chinaglia, sempre più lanciato verso la conquista della classifica dei cannonieri. Nella stessa giornata Juventus e Napoli vengono fermate sul pari da Verona e Roma. Lo scudetto prende connotati più nitidi.

Il secondo derby consecutivo e Lazio-Verona

La ventitreesima giornata manda in scena il derby di ritorno, e la Lazio concede il bis. Così come era accaduto all’andata sono i giallorossi a passare in vantaggio, ma ancora una volta nella ripresa Chinaglia e compagni ribaltano il risultato, imponendosi per 2-1. I sigilli di D’Amico e dello stesso Longh John. A Napoli va in scena il Chinaglia show. L’attaccante manda nel pallone la retroguardia partenopea. Memorabile la scena in cui i difensori cercano di strappargli la maglia per fermare la sua progressione verso la porta. E’ tutto inutile. Chinaglia segna una tripletta che regala un pareggio prezioso.

Il 14/4/1974 i tifosi della Lazio assistono ad uno spettacolo indimenticabile, che testimonia il carattere degli uomini di Maestrelli. Alla fine del primo tempo il Verona è inaspettatamente avanti di un goal (2-1). Una doccia fredda che porta i giocatori ad una reazione d’orgoglio. Wilson e Chinaglia si fermano al centro del campo ed invitano i compagni a fare circolo intorno a loro. “Li aspettiamo qui – ordina Wilson – non c’è bisogno di rientrare negli spogliatoi. E non diremo una parola fin quando non li avremo messi sotto”. Detto, fatto. Nella ripresa la squadra è una furia, e i goal di Garlaschelli, Nanni e Chinaglia ribaltano la situazione. A Milano sale in cattedra Felice Pulici, che da solo ferma gli attacchi rossoneri. Il portiere biancoceleste sfodera una prestazione maiuscola. Memorabile una parata su una girata ravvicinata di Chiarugi; un colpo di reni eccezionale che salva lo 0-0 finale. Mancano quattro giornate alla fine del campionato e i biancocelesti mantengono tre punti di vantaggio sulla Juventus. Contro il Genoa è Garlaschelli a risolvere l’incontro, mentre la svolta arriva alla ventottesima giornata. La Lazio perde a Torino (2-1) ma nella stessa giornata riceve un inaspettato regalo dai cugini giallorossi. La Roma (quasi come a voler risarcire la strana sconfitta con la Juventus dell’ultima giornata del campionato scorso) batte i bianconeri per 3-2 e permette alla Lazio di mantenere inalterato il vantaggio a due giornate dalla fine.

Il gol di Giorgio Chinaglia che regala lo scudetto alla Lazio – Roma.Cityrumors.it

12 maggio: la festa scudetto

Il 12 maggio 1974 basta un successo contro il Foggia per festeggiare la matematica conquista dello scudetto. L’Olimpico si riempie dalle prime ore del mattino, ed è una festa di colori biancocelesti. Sugli spalti sventolano centinaia di bandiere. Come da tradizione il presidente Lenzini da vita al giro di campo che accompagna l’immediato pre partita. I cori si mescolano alle preghiere, e si trasformano in un urlo spaventoso all’ingresso in campo delle squadre. Da una parte la Lazio, chiamata all’ultimo sforzo di una stagione lunga ed esaltante; dall’altra il Foggia, alla disperata ricerca di punti per rimanere in serie A. La prima frazione passa indolore. Le squadre sembrano bloccate dalla paura. Nella ripresa arriva la svolta: dopo un quarto d’ora Panzino vede un fallo di mano di Scorsa nell’area foggiana e concede il penalty. Le proteste rossonere portano ad una lunga interruzione. In quegli interminabili minuti Chinaglia depone il pallone sul dischetto e i tifosi sugli spalti ripercorrono nella loro mente 74 anni di storia. In un attimo riaffiorano i ricordi legati a Bigiarelli, Ancherani, Bernardini, Lovati, Piola e a tutti gli uomini che hanno reso gloriosa la più antica società della capitale. I più anziani non possono non pensare al generale Vaccaro e allo storico salvataggio politico del 1927. Chinaglia impersonifica tutti questi personaggi e si carica sulle sue spalle la storia della Lazio. La responsabilità è immensa, pari alla voglia di cancellare anni di delusioni e di festeggiare uno scudetto atteso da una vita. La rincorsa è lunga, e i passi che lo accompagnano sul dischetto sono accompagnati da un silenzio surreale. Un silenzio cancellato da un boato spaventoso che festeggia il goal. Portiere da una parte e palla dall’altra, Trentini a sinistra e pallone a destra, Lazio campione d’Italia e Foggia in serie B. In questa contrapposizione c’è l’intera storia di un campionato bello ed entusiasmante, di una stagione che sancisce il primo trionfo della società biancoceleste e che consegna il nome della Lazio del 1974 nella storia del club capitolino. Lazio nel sogno (titola il Corriere dello Sport del giorno dopo) il più bello, il più esaltante. Storia di uomini veri, di campioni attaccati alla maglia, di preziosi gregari, di allenatori fantastici e di dirigenti sagaci. Storia di eroi.

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