In un’intervista al quotidiano Il Messaggero, il bomber della Lazio si confessa a cuore aperto sul delicato momento che sta vivendo senza riuscire più a trovare la via del gol con continuità
Il re degli attaccanti della storia biancoceleste nell’intervista ha provato a descrivere le sue sensazioni in questa fase della carriera, del suo rapporto con i tifosi, della squadra di cui è capitano, sentendosi ferito per alcune critiche ricevute da una sparuta minoranza di persone e non esclude una sua partenza già a gennaio verso l’Arabia che l’aveva corteggiato la scorsa estate.

E’ entrato definitivamente nella storia della Lazio diventando il migliore attaccante della storia. Ciro Immobile è stato per tre volte vincitore della classifica cannonieri come nessuno in 123 anni e Scarpa d’Oro nella stagione 2019-20 come miglior bomber europeo stagionale. Un re assoluto per la gente laziale, un idolo assoluto per un’intera generazione di laziali.
Vita da bomber
Mancano soltanto due gol per arrivare a quota 200 totali con la maglia della Lazio, già leader assoluto della classifica all-time dei bomber biancocelesti, eppure in questi ultimi anni qualcosa forse è cambiato. L’astinenza dal gol, qualche infortunio di troppo, un paio di mugugni di qualche tifoso, non sono proprio andati giù all’attaccante. Ma si possono mettere in discussione tutti questi anni di Lazio? “A quanto pare sì, risponde Ciro, “ma solo per alcuni, perché poi anche domenica gli striscioni della Nord e della Maestrelli mi hanno emozionato, mostrandomi il loro sostengo in un momento delicato”. Alcuni infortuni di troppo, poi l’incidente con il tram, non è stata una stagione fortunata quella scorsa. “Sicuramente non mi hanno aiutato. Prima i tanti infortuni, poi l’incidente in macchina con le mie bimbe. Un po’ il corpo e la testa ne hanno risentito, ma non penso di portarmeli ancora dietro. Forse ho un altro tipo di blocco, dovrei giocare con la testa più libera e con il corpo meno contratto”.
Ma l’attaccante sa quello che deve fare per ripartire. “Quando vedi che le cose vanno bene cerchi di allenarti come hai sempre fatto, quando invece vanno male torni a fare le cose più semplici per ritrovarti. Se capisci che è un momento un po’ così, cerchi di non strafare perché poi fai peggio. A parte la mia situazione personale, anche la squadra ha sofferto un inizio di campionato infelice e io ho bisogno che tutto giri al meglio per segnare. Andate a vedere quante palle-gol ho avuto…”. La squadra poi deve essere il mezzo per arrivare a provare a fare gol, forse manca uno come Milinkovic e un sistema di gioco più adatto alle sue caratteristiche. “Sergej manca a tutti”, prosegue Immobile, “ma quante volte l’addio di un grande campione fa emergere la forza del gruppo? I rinforzi hanno sofferto l’inizio, come successe a noi i primi tempi con Sarri, ma ora già sono dentro gli schemi e il suo calcio. Nuovi e veterani insieme, dobbiamo essere bravi a sopperire all’assenza di Sergio sia a livello tecnico che nello spogliatoio. Lui ha fatto la sua scelta in estate, e non c’entra nulla il modulo, ho fatto 27 reti anche con il 4-3-3 e 12 l’anno scorso, avendo saltato la metà delle partite, forse qualcuno non se n’è accorto”.

La tentazione Arabia Saudita
Il traguardo dei 200 gol da raggiungere che mette altra pressione, “forse anche quella pressione mi condiziona, è un numero veramente importante. Mi era già successo con quota 100. Per prima cosa però devo tornare in campo, altrimenti non posso gonfiare la rete”. Ma questa estate la proposta araba lo ha fatto vacillare e ora, questo momento più complicato del solito, potrebbe far sorgere nuovi dubbi. “È una soluzione che avevo preso in considerazione quest’estate quando era arrivata qualche offerta, poi però ho deciso di rifiutarla per la Nazionale e la Champions. Dopo un inizio di campionato così, qualche domanda me la sono fatta, specialmente dopo le critiche di alcuni, fortunatamente non tutti, che non hanno visto e apprezzato il gesto, ma hanno subito presentato il conto. Questo mi fa male, anzi mi fa vacillare”, ha confessato amaramente Immobile al quotidiano romano.
E sulla possibilità di lasciare davvero la Lazio, l’attaccante ha però aggiunto: “Ora il mio pensiero non è più lo stesso di luglio. Alcuni giorni, quando ero più giù di morale, ho pensato “era meglio se me ne andavo”. Chiudere la carriera alla Lazio? In questo momento dico sì e no. Non vorrei rispondere al volo, ci sto pensando da un po’ con la mia famiglia. Intanto devo tornare in forma e in campo al meglio. Una volta che ci sarò riuscito, potrò decidere davvero. Ora direi di no perché sono in un periodo negativo e sono infortunato, ma se avessi fatto 20 gol direi sì. Quindi la mia decisione non deve essere dettata dal momento. Sicuramente se prima ero convintissimo di rimanere a vita, ora lo sono un po’ meno. Sono un po’ ferito…Io non so cosa succederà a gennaio o giugno. Non ho mai avuto paura di mettermi in discussione, né quando sono andato all’estero né quando sono tornato qui. Vedremo”.