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La strana storia di Ciro Immobile: dai record al no di Spalletti

Con la maglia della Lazio ha appena segnato il gol numero 200, sgretolando ogni record. Ma il ct azzurro, alla vigilia di un match da giocare allo stadio Olimpico, ha deciso di non convocarlo 

Esistono persone che si piegano al destino ed altre in grado di modificarlo. Giocatori che cercano in tutti i modi di raggiungere i loro obiettivi e campioni in grado di stracciare ogni record, modificando le proprie aspettative e allargando gli orizzonti dei loro sogni. Ciro Immobile è uno di questi: con la maglia della Lazio ha sbriciolato qualsiasi tipo di primato, scalando passo dopo passo le classifiche dei goleador più prolifici di sempre e diventando un idolo per tutti i tifosi.

L’esultanza di Ciro Immobile dopo il gol del vantaggio segnato al Feyenoord in Champions League. Il numero 200 con la Lazio – Roma.Cityrumors – Foto Alfredo Falcone LaPresse

Legando il suo nome a quello del club biancoceleste, ne ha incarnato lo spirito e la voglia di non arrendersi mai. Anche di fronte alle difficoltà; anche quando tutti sembrano pronti a voltarti le spalle. Anche quando tutto intorno, sembra sul punto di crollare. Ha segnato gol belli e decisivi. Ha alzato al cielo coppe e portato a casa trofei. E soprattutto, si è guadagnato l’amore incondizionato della sua gente.

Con la Lazio è arrivato a superare dei primati che sembravano intoccabili. Ha scavalcato nelle classifiche dei goleador di tutti i tempi, dei mostri sacri come Bruno Giordano, Giorgio Chinaglia, Beppe Signori e Silvio Piola, segnando 200 gol. Di questi, 67 sono serviti per sbloccare il risultato sullo 0-0: per 29 volte ha realizzato il gol del pareggio e in 19 occasioni quello del nuovo vantaggio. Ma al di la dei freddi numeri, Ciro Immobile è riuscito ad entrare nel cuore dei tifosi, toccando i tasti giusti. Una storia d’amore iniziata l’estate del 2016 e che, passo dopo passo, si è cementata all’insegna della lazialità.

Il primo gol a Bergamo

La sua avventura parte ufficialmente il 21 agosto 2016: Ciro segna il suo primo gol laziale a Bergamo, aprendo una serata scoppiettante e che si chiuderà con la vittoria biancoceleste per 4-3. Nel suo primo anno, che chiude con 26 reti, si toglie la soddisfazione di andare a segno in uno dei derby di Coppa Italia: il primo sigillo nelle stracittadine. La stagione successiva è quella della definitiva esplosione: Ciro segna una doppietta nella finale della Supercoppa Italiana contro la Juventus, vince il titolo di capocannoniere della serie A e a Ferrara, al termine di una gara eccezionale, che concluderà con un poker alla Spal, realizza la rete numero 50 con la maglia biancoceleste.

A Milano il gol numero 100

Per il gol numero cento si regala una serata di gala, incantando San Siro, nel giorno in cui la Lazio, battendo in trasferta il Milan, infrange un tabù durato 31 anni: Ciro si avventa su un perfetto assist di Lazzari e manda in estasi i tifosi biancocelesti. Al termine della stagione vincerà il suo secondo titolo di re dei bomber e la scarpa d’oro. L’ultimo gol, il numero 125 della sua carriera laziale, lo mette a segno nella sua Napoli. Contro il Parma, il 12 maggio del 2021, segna la rete numero 150, regalando a Simone Inzaghi, (il tecnico che ha condiviso con lui le sue prime cinque stagioni laziali) l’ultimo successo sulla panchina della Lazio. Col suo successore, Maurizio Sarri, il rapporto è ancora più forte. Nella prima stagione sotto la guida del tecnico toscano, segna 27 reti e porta a casa il terzo titolo dei bomber da quando è a Roma (il quarto della sua carriera calcolando anche quello con il Torino).

Immobile vincitore della Scarpa d’Oro – Roma.Cityrumors.it –

Il resto è storia recente: quando Felipe Anderson lo ha lanciato verso l’area di rigore del Feyenoord, Ciro ha capito che stava per entrare ancora di più nella storia della Lazio: il dribbling sul portiere in uscita, la corsa sotto la Curva Nord e l’Olimpico intero che grida forte il suo nome, sono attimi che resteranno per sempre nella memoria sua e di ogni tifoso. Il Re ha mandato in estasi il suo popolo. E continuerà a lottare per infrangere altri record. Come l’aquilifero incaricato di portare in battaglia l’aquila, simbolo delle legioni romane, Immobile porterà negli stadi di tutta Europa la maglia con i colori del cielo. Che ama, onore e difende. Come un capitano che ha affrontato e vinto mille battaglie. Ma che non ha nessuna voglia di arrendersi.

La scelta di Spalletti

Spalletti ha deciso di non convocarlo nel doppio impegno più importante della recente storia azzurra. L’Italia si giocherà la possibilità di centrare la qualificazione ai prossimi Europei. Immobile, il capitano azzurro, sperava di poter far parte del gruppo: soprattutto in vista del match che si giocherà allo stadio Olimpico contro la Macedonia del Nord. Nel suo stadio, di fronte ad una parte del pubblico che settimanalmente lo applaude, Immobile voleva dare il suo contributo: dal campo o come uomo guida dello spogliatoio. La mancata convocazione lo ha ferito. Ma ancora una volta Ciro ha preferito guardare oltre. Ai prossimi record da battere. Alle prossime battaglie da affrontare e superare. Come tutte quelle che lo hanno visto protagonista. Con la maglia azzurra e con la casacca biancoceleste.