Il mental coach esalta Tudor: “E’ diverso dagli altri allenatori. Ecco il suo pregio”

Con l’arrivo del nuovo tecnico, la Lazio ha cambiato marcia ottenendo cinque vittorie su sette gare. Il mental coach Nicoletti, spiega: “Ecco dove ha inciso. I risultati si vedono”

Quattro vittorie su cinque gare in campionato, cinque su sette, considerando anche il doppio impegno di Coppa Italia contro la Juventus. Igor Tudor è stato in grado di trasformare la Lazio. Da quando è subentrato sulla panchina biancoceleste al dimissionario Maurizio Sarri, è stato capace di cambiare la situazione, trasformando una squadra in crisi di risultati e di identità, in una macchina quasi perfetta.

Il tecnico della Lazio Igor Tudor, ha cambiato il volto della squadra biancoceleste – Roma.Cityrumors.it (Ansa Foto)

Tudor ha preso in mano una squadra senza anima e dilaniata da problemi interni e faide: ha riportato risultati ed entusiasmo, riportando i biancocelesti (a quattro giornate dalla fine del campionato) in zone europea e dentro la lotta per un posto in Champions League. Ha rigenerato alcuni calciatori che erano stati messi ai margini, ed ha riportato una squadra che latitava in zona gol, a creare occasioni: la sua Lazio ha segnato quattro gol alla Salernitana, battuto due volte la Juventus, creato almeno sette palle gol con il Verona e battuto il Genoa (che si era imposto all’Olimpico nella seconda giornata di campionato) in trasferta.

Ha rivalutato un giocatore (Kamada) che era stato messo ai margini dalla precedente gestione tecnica, ed ha avuto risposte più che positive da alcuni leader che sembravano in declino: Marusic è risultato essere uno dei migliori, Luis Alberto ha collezionato un gol (a Genoa) e tre assist (due alla Juventus e uno al Verona) nelle ultime tre partite. In attesa di ritrovare Immobile (ancora ai margini), sta puntando su Castellanos, che ha risposto con una doppietta alla Juventus. “Tudor è un allenatore molto diverso rispetto a quelli a cui siamo abituati – conferma Stefano Nicoletti mental coach e fondatore di PlayTheNow, famoso brand internazionale del mental coaching in esclusiva a Notizie.com-. Prima di tutto perché ancora non è un nome troppo affermato eppure è riuscito in questi anni ad imporre il concetto che per aprire un ciclo con una squadra serve tempo; è riuscito a chiedere, e ad ottenere, non un semplice contratto fino a fine stagione, ma uno più lungo che gli permetta di lavorare a 360 gradi sulla squadra”.

Tudor, una scelta in controtendenza rispetto al passato e alle abitudini consolidate

Tudor ha firmato con la Lazio un contratto fino a giugno del 2025, convincendo il club a puntare su di lui per il presente e per il futuro “Questo è importante, perché fa passare il concetto che per gestire bene un gruppo bisogna creare automatismi che richiedono tempo e applicazione“. Un importante inversione di tendenza rispetto al passato. In altre occasioni, Lotito aveva preso decisioni diverse: quando esonerò Caso (a gennaio del 2005) puntò su Papadopulo, al quale fece firmare un contratto di sei mesi; stessa situazione con Reja, che a gennaio del 2014 sostituì Petkovic. Quando ad aprile del 2016 venne esonerato Pioli, affidò la panchina a Simone Inzaghi, che nelle intenzioni avrebbe dovuto traghettare la squadra fino al termine del campionato e poi trasferirsi a Salerno. Anche in quel caso la scelta era fatta pensando all’immediatezza e non ad una programmazione futura.

Il mental coach Stefano Nicoletti elogia il lavoro di Igor Tudor, capace di cambiare la Lazio – Roma.Cityrumors.it

Stavolta le idee della società e quelle del tecnico arrivato in corsa, convergevano su un discorso più ampio. “Molto spesso invece, soprattutto quando c’è un cambio di allenatore, vediamo il contrario, ossia la ricerca di soluzioni immediate e questo spesso è controproducente. Noi sappiamo dalle statistiche, e questo è un concetto che sosteneva anche Dan Peterson per la pallacanestro, che il cambio tecnico, in media, fa migliorare i risultati, però solo nel brevissimo termine.  La media, nel calcio, è di cinque partite. Cioè un cambio in panchina, in media, fa migliorare i risultati nelle successive cinque gare, dopo le quali, sempre in media ovviamente, i risultati tornano quelli di prima”, ha aggiunto il mental coach Nicoletti a Notizie.com.  Questo succede – continua l’esperto – perché quando si cercano soluzioni di brevissimo termine, non si risolvono i problemi di fondo di una squadra. Con l’allenatore tutti si rimettono in gioco per scendere in campo, rimettono energie che magari nell’ultimo periodo non avevano impiegato, e questo sicuramente porta ad una scossa, ma se non si risolvono i problemi di fondo poi questa è una soluzione che non dura nel tempo. Invece l’impostazione che Tudor ha dato fin dall’inizio mi è sembrata di tono opposto. Tutti ovviamente vogliono vincere, ma per costruire qualcosa di duraturo non bastano poche partite, ci vuole tempo“.

I risultati sono dalla parte del nuovo allenatore. Quando Maurizio Sarri (dopo la sconfitta interna con l’Udinese nella 28esima giornata di campionato) lasciò la panchina dei biancocelesti, la Lazio era nona in classifica, con un punto di vantaggio sul Monza (decimo) e due sul Torino (all’undicesimo posto). Il quinto posto della Roma era distante ben otto punti. Oggi la Lazio è settima, a meno due dall’Atalanta (che deve però recuperare una partita) e a meno quattro dal quinto posto della Roma, valido per la qualificazione in Champions League. Oggi i biancocelesti hanno nove punti di vantaggio sul nono posto (occupato dal Torino) e undici sul Monza (che è undicesimo). Numeri che confermano l’impronta lasciata dal tecnico, fin dal giorno del suo arrivo a Roma.

La carica che Igor Tudor è riuscito a trasmettere ai suoi giocatori è stata evidente sin dalle prime gare. Il tecnico ha rivoluzionato anche il modo di gestire il gruppo biancoceleste – Roma.Cityrumors.it (Ansa Foto)

Tudor e l’atteggiamento che fa la differenza

Nelle prossime quattro gare i biancocelesti dovranno affrontare proprio il Monza (sabato prossimo), poi Empoli, Inter e Sassuolo. I biancocelesti hanno cambiato ritmo e regalano segnali diversi rispetto a quanto si vedeva in passato. La mano di Tudor è evidente: nel diverso modo di stare in campo, nella mentalità e nello spirito profuso. “Altro aspetto da sottolineare di Tudor è quello comportamentale, ossia legato a ciò che gli vediamo fare dalla panchina – conclude il mental coach Nicoletti ai microfoni di Notizie.com. Siamo sempre più abituati a vedere allenatori che da bordo campo ‘telecomandano’ i calciatori come se giocassero alla Play, Tudor invece ha un atteggiamento molto più ‘sobrio’, vicino sì ai giocatori ma meno invadente. Questo è importante perché sono i calciatori al centro del gioco, quindi è normale e corretto che loro abbiano sempre più responsabilità e autonomia in campo. Il comportamento dell’allenatore laziale è anche un esempio per i ragazzi, un esempio nella gestione dei momenti difficili e pure delle sconfitte. Un esempio di ‘sobrietà’, che riporta poi l’attenzione non solamente al risultato ma anche al lavoro da fare per riuscire ad ottenerlo“.

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