L’attaccante brasiliano presenta la sfida contro i nerazzurri: “Sono aggressivi e giocano a uomo a tutto campo. Io falso nueve? Ho imparato da Immobile”
Lo scorso anno contro l’Atalanta, giocò una delle prime gare nel ruolo di centravanti di movimento, sostituendo l’infortunato Immobile ed andando in rete. Felipe Anderson (complice l’arrivo di Castellanos) è tornato in questa stagione a muoversi nel ruolo di attaccante esterno, ma senza riuscire a brillare. Nelle prime sette giornate di campionato il brasiliano non ha ancora timbrato il cartellino ed ha creato pochissime occasioni (un tentativo a Lecce nel primo turno e uno a Milano).

Contro i nerazzurri, Felipe Anderson cerca il riscatto. Il brasiliano è in ballottaggio con Pedro e Zaccagni per una maglia da titolare. Per Sarri è un imprescindibile. L’unico al quale non ha mai rinunciato da quando si è seduto sulla panchina biancoceleste. Dal primo minuto o a gara iniziata, Felipe Anderson è sempre sceso in campo. Anche a Glasgow, dove nel primo tempo ha cercato (riuscendosi in poche occasioni) di regalare qualche spunto. “Giocare in Champions League e vincere nel finale è un’emozione che non si può descrivere. Sono stati tre punti fondamentali che ti daranno anche una carica per continuare il nostro percorso in questa stagione”, ha dichiarato ai microfoni della tv ufficiale del club”.
La spinta Champions per ritrovarsi in campionato
I tifosi (e Sarri) si augurano che il successo raggiunto a Glasgow nel recupero, possa regalare maggiori convinzioni e la spinta necessaria alla squadra, che in campionato ha collezionato la miseria di sette punti nelle prime sette giornate. “La spinta Champions per battere l’Atalanta? Sicuramente. Vincere una gara cosi difficile, soprattutto in quel modo, ci darà una spinta in più. Dobbiamo farci trovare pronti in ogni partita, soprattutto contro squadre come l’Atalanta. Servirà la massima concentrazione per tutti i 90 minuti”.

Contro l’Atalanta, negli ultimi anni, la Lazio è stata protagonista di sfide dure, complicate: spesso decise da episodi. “Loro sono molto aggressivi, giocano a tutto campo, uomo contro uomo. Li conosciamo bene. Sono sicuro che il mister ci aiuterà a fare una grande partita. Io falso nove? Fu una gara da squadra, movemmo la palla velocemente, come ci chiede sempre il mister. A fine partita ero felice. Sul ruolo ho avuto la fortuna di imparare da Immobile i movimenti giusti per aiutare la squadra”.
Anderson e le trecento presenze con la Lazio
In questi giorni Felipe Anderson è stato omaggiato dalla società, che ha ricordato il suo esordio in prima squadra di dieci anni fa. “Questi dieci anni hanno cambiato la mia vita. Qui sono cresciuto tanto, sono diventato marito e sto per diventare papa. Le 300 presenze con la Lazio poi sono un traguardo molto vicino, farò di tutto per raggiungerle e dare sempre il massimo”. Il suo contratto scadrà al termine della prossima stagione, ma la sorella manager ha già avviato i contatti per il prolungamento. Anderson, a meno di clamorose e (al momento inaspettate) novità, si legherà ai biancocelesti fino al 2027. Ora è pronto a regalarsi nuove sfide. La Lazio ha bisogno del suo estro per tornare a divertire e a divertirsi. In questa prima fase di stagione, la sua assenza si è fatta sentire.
Anderson in dubbio con l’Atalanta
Felipe Anderson è in ballottaggio con Pedro e Zaccagni per una maglia da titolare contro l’Atalanta. Lo spagnolo, in gol contro il Celtic e contro il Milan (rete annullata per fuorigioco di Immobile) scalpita. L’infortunio di Immobile (esclusa la lesione) potrebbe aprire alla possibilità di rivedere contro l’Atalanta lo stesso schieramento dello scorso anno: con Zaccagni e Pedro sugli esterni e Felipe Anderson in mezzo. Una formazione che permise alla Lazio di non dare punti di riferimento alla retroguardia nerazzurra. Anderson fu il protagonista assoluto della sfida, con una rete e un assist. Per Sarri potrebbe essere una carta da giocare.