Caso Donnarumma, certi matrimon(e)y meglio evitarli

Potrebbe sembrare retorica (e forse lo è) ma la domanda che noi tifosi ci facciamo spesso è: ci si può ancora affezionare ad un calciatore della propria squadra del cuore senza rimanere delusi?

Il tifoso ha un animo passionale. Il tifoso gode spropositatamente quando Dybala segna gol da cineteca… ma era così anche con Pogba. Gli si riempiono gli occhi di gioia quando Icardi castiga un’avversaria… ma andava così anche con Ronaldo. Gli si scalda il cuore quando Nainggolan fa prestazioni monstre e non perde occasione per fare dichiarazioni da Curva… ma succedeva anche con Pjanic. Gli ribolle il sangue quando Luis Alberto danza su quel pallone e disegna calcio… ma avveniva anche con Keita. Si innamora follemente quando Insigne va a cantare con lui “un giorno all’improvviso”… ma era accaduto anche con Higuain.

Il tifoso idolatra Donnarumma dopo che bacia la maglia…

Non si parla d’altro in questi giorni. Il 99 è al secondo mal di pancia in pochi mesi ma riavvolgiamo il nastro e torniamo al 10 marzo scorso: si gioca Juventus-Milan. I bianconeri vincono 2-1 con un rigore al 97’. Donnarumma si adira e, dopo il triplice fischio dell’arbitro, pronuncia un “sempre così con loro!” (o qualcosa di simile) e bacia la propria maglia. Dichiarazione d’amore forte che va a conficcarsi dritta nel cuore dei milanisti. Gigio, per ovvie ragioni, diventa idolo del popolo rossonero.

Passano i mesi, tutto è tranquillo, termina la stagione con il Milan che raggiunge un’insperata qualificazione ai preliminari di Europa League. Pochi giorni dopo arriva l’inattesa doccia fredda. Il 15 giugno, infatti, Fassone, amministratore delegato rossonero, annuncia che Raiola, agente del calciatore, ha comunicato alla società la volontà del classe 99’ di non rinnovare il proprio contratto.

Inizia una telenovela infinita.

I tifosi si sentono traditi e non tardano a farlo sapere al ragazzo. Il 18 giugno si gioca Polonia-Italia Under 21 e un’infinità di banconote false viene lanciata verso il portiere: da idolo a mercenario è un attimo.

Le voci su Real, PSG e altre grandi d’Europa si fanno sempre più insistenti. Raiola, si sa, in certe situazioni ci sguazza e fa il suo gioco in tv e sui giornali con dichiarazioni che non lasciano spazio ad interpretazioni: si cambia casacca.

Dopo quasi un mese, l’ennesimo colpo di scena. Donnarumma, infatti, rinnova col Milan fino al 2021. La nuova proprietà cinese non vuole privarsi del gioiellino e asseconda tutte le richieste del suo procuratore. E quando scrivo tutte, intendo veramente tutte: 6 milioni all’anno netti al diciottenne, una clausola da 40 milioni (qualora la squadra non si qualificasse in Champions in questa stagione) che per il mercato di oggi sono una cifra irrisoria per un calciatore di quel calibro, un lauto bonus-commissione a Raiola e contratto da un milione di euro a stagione al fratello, Antonio, che diventa il terzo portiere dei rossoneri.

Si ricuce subito il rapporto con il tifo e Gigio torna ad essere “uno dei pochi da cui ripartire”. Ne segue un mercato estivo faraonico di Mirabelli e Fassone. Il Milan però non riesce ad ingranare nella prima parte di stagione e torniamo al punto di partenza con la notizia di pochi giorni fa. Raiola vuole annullare il contratto sottoscritto a luglio in quanto Donnarumma, al momento della firma, avrebbe subito pressioni psicologiche. Ricomincia la contestazione a San Siro. Gigio torna ad essere definito un mercenario dai tifosi e scoppia in lacrime al termine del riscaldamento pre-partita di Milan-Verona di Coppa Italia. Mirabelli si scaglia contro l’agente, l’agente si scaglia contro Mirabelli e telenovela che si riapre.

Certo, per definire pressione psicologica un contratto da 6 milioni netti a un ragazzo di 18 anni ce ne vuole, ma, in un calcio moderno dove la figura della cosiddetta bandiera è andata perduta non c’è da scandalizzarsi.

Tornando alla domanda iniziale la verità è che non ci si dovrebbe affezionare ad un calciatore ma è quasi inevitabile. Tutti noi tifosi ci siamo sentiti, almeno una volta, sedotti e abbandonati e credo proprio che riproveremo questa sensazione in futuro. Ma non sentiamoci in colpa. Semplicemente, ad alcune società, basterebbe capire prima che, soprattutto quando sono coinvolti personaggi come Raiola, certi matrimon(e)y non s’hanno da fare.

Così, tanto per non illuderci…

 

di Giorgio De Giorgi

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