Claudio Ranieri è l’uomo del momento: salvatore della patria e uomo della svolta. Ma ora non commetta un errore madornale
Claudio Ranieri, ancora una volta, ha fatto centro. Tornato sulla panchina della Roma in uno dei momenti più difficili della stagione, ha ridato equilibrio a una squadra smarrita, portando risultati e serenità.
Il derby vinto contro la Lazio ha rafforzato l’entusiasmo, con una squadra che finalmente si esprime al massimo delle sue potenzialità. Ma proprio quando tutto sembra andare per il verso giusto, una frase detta in conferenza pre-derby ha fatto suonare un campanello d’allarme.
“Un altro anno? No, ma anche a Cagliari avevo detto stop…”. Parole che, nella loro apparente semplicità, spalancano un universo di scenari. In questo momento, Claudio Ranieri è padrone assoluto del proprio destino. Il credito accumulato con il derby vinto e con la rinascita della squadra è tale che, se fosse lui a dire di voler restare, è probabile che la società glielo concederebbe. Non ci sarebbero obiezioni: i tifosi lo amano, i risultati parlano per lui. Ma proprio per questo, sarebbe un errore enorme.
Ranieri non solo ha il potere di scegliere, ma deve anche avere la saggezza di dire no se glielo chiedessero. Un rifiuto, oggi, sarebbe accolto con rispetto e ammirazione. Non accetterebbe per stanchezza o limiti, ma per proteggere la Roma e tutto quello che ha costruito fino a qui. Un gesto che confermerebbe, ancora una volta, la sua capacità di mettere il bene della squadra al primo posto.
Grazie Ranieri, ma per l’anno prossimo serve altro
Il successo di Ranieri si fonda su una capacità straordinaria di gestire le emergenze. È arrivato in un momento in cui la Roma sembrava allo sbando: Pellegrini era un leader smarrito, Dybala vicino a lasciare, e molti altri giocatori apparivano fuori dai giochi. Con pazienza e pragmatismo, Ranieri ha trovato la chiave per restituire equilibrio alla squadra. Il derby ne è stato la dimostrazione più chiara: la Roma è viva e pronta a lottare.
Ma le stagioni si azzerano, e con esse i crediti accumulati. La Roma del prossimo anno avrà bisogno di un progetto ambizioso e stabile, di idee nuove che possano costruire un futuro più solido. E se proprio dobbiamo fare un nome lo facciamo pure, visto che l’ha fatto anche lui: Carlo Ancelotti. Restare, per Ranieri, significherebbe affrontare sfide diverse, con aspettative completamente nuove. E sappiamo quanto sia facile che l’idillio di oggi si trasformi in critiche domani, quando le cose non funzionano.
Il derby vinto e la rinascita della Roma sono già abbastanza per garantire a Ranieri un posto speciale nella storia del club. Ha fatto ciò che in pochi avrebbero saputo fare: prendere una squadra in crisi e restituirle dignità e competitività. Andarsene adesso, da vincitore, significherebbe chiudere con stile una parentesi che resterà nella memoria di tutti.
Ma lasciare non vuol dire sparire. Ranieri, con la sua esperienza e il suo amore per questi colori, potrebbe restare vicino alla Roma in un ruolo diverso, da dirigente o consulente. Un contributo prezioso per il futuro, senza però le pressioni quotidiane della panchina.
La scelta, alla fine, è tutta nelle mani di Ranieri. Ha il potere di decidere, ma anche la responsabilità di fare ciò che è meglio non solo per se stesso, ma per la squadra e per il club. Dire no sarebbe un gesto di grande saggezza, che gli permetterebbe di essere ricordato per quello che è stato: il salvatore della Roma in un momento di difficoltà. Un Ranieri che lascia adesso sarà sempre amato. Un Ranieri che rischia di restare, invece, potrebbe compromettere tutto. Ora, la palla è a lui. Saprà fare la scelta giusta?