Una lunga intervista al Corriere della Sera fa capire lo stato d’animo di questi ultimi anni dell’ex capitano della Roma: dall’addio al calcio, ai problemi con Ilary, dalla sua Roma al rapporto con l’attuale allenatore della Nazionale
Il rapporto da ricucire con Ilary, la mancanza dello spogliatoio dopo il ritiro dal calcio giocato, la mancanza della sua Roma nel quotidiano, il pensiero con Luciano Spalletti, il calcio moderno, i numeri dieci che non esistono più nel calcio. Un Francesco Totti a cuore e mente libera quello che si è raccontato in un’intervista uscita nelle edicole questa mattina. Ne esce un quadro diverso su tanti argomenti rispetto a quello che avevamo sempre visto dipingere in questi anni.
Indiscutibilmente la vera bandiera giallorossa, una carriera intera passata a difendere la Roma e i suoi tifosi, uno storico scudetto, una festa d’addio come non ce ne saranno più perché oramai nel calcio moderno non esisteranno mai più bandiere in grado di restare 10, 15 anche 20 anni nella stessa società. Un amore infinito che a distanza di alcuni anni, dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, è rimasto immutato.
L’ultima bandiera
Una carriera intera passata con la maglia della Roma addosso. Dal settore giovanile fino alla fascia da capitano portata sempre con orgoglio. Record di presenze e di gol che resteranno imbattuti per anni, ma soprattutto idolo assoluto per due generazioni di tifosi. Francesco Totti resta forse l’ultima bandiera ammainata nel calcio, più di Del Piero, più di Maldini. “Io ho passato trent’anni nella Roma. Ho portato rispetto a tutti, rinunciato ad altri ingaggi senza farlo pesare. Ho detto no al Real e altri perché volevo quella maglia, solo quella maglia giallorossa che è stampata dentro di me. Il modo in cui è finita la mia storia con la Roma, sì, mi è dispiaciuto. La verità è che quando nel calcio non servi più non c’è più rispetto. Se Maldini, Del Piero, Baggio, io siamo fuori dal calcio significherà qualcosa, no?”, ha ammesso l’ex capitano. Il calcio è stato tutto per lui, una vita passata a fare lo stesso tragitto, Trigoria come la sua seconda casa e non è stato facile dire stop. “Del calcio mi manca tutto. Il ritiro, lo spogliatoio, la maglietta, la sala massaggi. Cavolate? No, erano la mia vita. Mi manca il bar e il caffè con i compagni di squadra, il viaggio in pullman da Trigoria allo stadio. Mi manca la routine che ha fatto la mia vita per decenni. Quando è finita le giornate si sono svuotate. Dopo mi sono sentito solo. Ma ci sta. Finiva una cosa che mi piaceva, che era la mia vita. Io però non pensavo che mi facesse così male smettere quella vita programmata, quella passione che nella mia mente avrei potuto continuare a vivere. Non ho accettato il distacco dal calcio”, ha candidatamene ammesso Totti.
Il desiderio di ritrovare equilibrio con Ilary
In molti hanno dato le colpe del suo burrascoso addio dalla Roma a Spalletti, ma Francesco ha parole completamente diverse rispetto all’attuale allenatore della Nazionale italiana. “Spalletti ha dimostrato, di nuovo, di essere un grande allenatore. Se lo incontrassi lo saluterei con affetto, mi farebbe piacere. Credo che tra noi ci sia un profondo legame”. E poi ha aggiunto, “anche perché quello che abbiamo passato insieme, quando arrivò da Udine, è per me, nella mia vita, qualcosa di irripetibile. Sia in campo che nel quotidiano. Io uscivo una o due volte a settimana con lui a cena. Luciano era una persona piacevole, divertente, sincera. Nella fase finale il nostro rapporto è stato condizionato dall’esterno, specie dai dirigenti o consulenti della società, e non ci siamo più capiti. Anche io ho fatto degli errori, ci mancherebbe. Credo che tutti e due, se tornassimo indietro, non entreremmo più in conflitto”. L’amarezza della fine della storia con Ilary Blasi è un dolore che resterà, anche quello, comunque difficile da superare. “Noi due abbiamo passato venti anni insieme, con tanti momenti molto belli. Ora vorrei solo che trovassimo un equilibrio tra noi capace di proteggere i ragazzi che sono la più grande ragione, per ambedue, di amore. So che non è facile, ma quello che c’è stato tra noi, per tanti anni, è stato importante. Se troviamo questo equilibrio noi due, i ragazzi staranno bene e si sentiranno protetti”, ha spiegato l’ex capitano della Roma. La chiusura è ancora sulla sua squadra del cuore e il tormentato rapporto dopo il ritiro dal calcio, Alla Roma sanno che se hanno bisogno di me, per cose serie, mi fa piacere dare una mano. Altrimenti, amici come prima”.