Last minute sotto casa – LMSC: Start Up per combattere lo spreco – FreeFood

Solo in Italia, ogni giorno, lo spreco di cibo si aggira intorno alle 10 mila tonnellate.

Un terzo del cibo prodotto globalmente e finalizzato al consumo va perso o gettato.

Il 40% dello spreco di cibo avviene in casa o nella vendita al dettaglio.

Questi dati, pubblicati dalla Commissione Europea, non lasciano indifferenti.

Difatti a chi non è mai capitato, passando a fine giornata davanti al bancone di un negoziante, di notare molti prodotti freschi ma invenduti? Cosa succede a questi alimenti il giorno successivo? La risposta è semplice vengono gettati nella pattumiera, alimenti che, in altre condizioni, sarebbero perfettamente commestibili.

Non è infatti un mistero che quello degli sprechi è uno dei più grandi problemi che affligge il settore alimentare. I dati della campagna europeaSpreco Zero” riportano che nel 2016, in Italia, il valore del cibo invenduto e quindi buttato nell’ambito della distribuzione ammonta a 1.444.189.543€, quasi un miliardo e mezzo di euro.

È proprio sulla base di queste considerazioni che Francesco Ardito, imprenditore di Torino, ha deciso di fondare “ Last Minute Sotto Casa ”, una “start-up innovativa a vocazione sociale”. Il meccanismo per iscriversi ed utilizzarla è molto semplice: l’utente si registra, indica la propria zona di residenza e riceve gli alert dai negozianti limitrofi che, a poche ore dalla chiusura dei negozi, hanno prodotti ancora freschi, ma invenduti, e pertanto acquistabili fino al 50% di sconto. Solo a Torino l’App ha ridotto gli sprechi mensili fino a 3 tonnellate di cibo. “Un progetto win win win – sottolinea Francesco Ardito, co-founder e amministratore delegato dell’azienda – perché porta benefici a tutti: vince il cliente, che acquista in offerta un prodotto fresco di giornata; vince il commerciante che incassa invece di sprecare i prodotti invenduti e trova nuovi clienti, vince il pianeta grazie alla riduzione sensibile degli sprechi alimentari”.

Last minute sotto casa

Di cosa si tratta?

L’azienda ha sviluppato un’applicazione che permette, attraverso la registrazione, di entrare in una “community anti-spreco” in cui poter trovare offerte vantaggiose.

Come funziona?

L’utente finale, munito di applicazione su smartphone, effettua la registrazione alla community ed attraverso la geolocalizzazione permetterà di visualizzare le offerte e la posizione dei negozi che rispondono ai requisiti della ricerca. I negozianti hanno, perciò, molto da guadagnare: in cambio del pagamento di un contributo mensile possono accrescere la loro notorietà nel quartiere, aumentare la clientela e minimizzare gli sprechi di prodotti. Dall’altro lato, gli utenti finali, per i quali il servizio è gratuito, possono acquistare cibo fresco di alta qualità e risparmiare allo stesso tempo. Come dice il motto dell’azienda, adoperando LastMinuteSottoCasavince il cliente, vince il negoziante, vince il pianeta”.

Ma se ci guadagnano tutti, LMSC come ci guadagna? Ecco il business model di LMSC:

Noi abbiamo avuto la bravura, la capacità e anche la fortuna di vincere molti, moltissimi premi prestigiosi, che ci hanno portato fin da subito tanti riconoscimenti e tante belle targhe che esponiamo in ufficio… ma al di là di questi premi, siamo stati bravi a vincerne alcuni molto interessati, uno dei quali a livello internazionale, che ci ha portato in cassa 250 mila euro cash. Questo ci ha consentito fin da subito di avere innanzitutto una cassa non proprio irrilevante e poi di non avere fretta di monetizzare, perché non c’è niente di più sbagliato che uscire con un business model completamente diverso rispetto a quello che poi funziona realmente” – affermano da LMSC.

Oggi si sente parlare spesso di social innovation. In che modo l’innovazione è venuta incontro al problema sociale dello spreco?

È evidente che la tecnologia ci ha aiutato moltissimo, anche se il nostro modo di utilizzarla non trascura l’aspetto sociale. Rispetto a E-bay o Amazon, per esempio, che hanno un processo di acquisto che inizia e si chiude all’interno di una scatola tecnologica, il nostro progetto di fatto non esisterebbe se non ci fosse il contatto fisico con il panettiere, il fruttivendolo, il macellaio. Quindi usiamo la tecnologia, ma la finalità è anche sociale: in qualche modo aiutiamo la gente a fare la spesa spendendo un po’ di meno e allo stesso tempo aiutiamo gli esercenti a sopravvivere” – affermano da LMSC.

Si tratta quindi di una startup interessante che si pone un obiettivo molto nobile, proponendo una soluzione moderna e innovativa allo spreco alimentare, problema che fin ora non si è riuscito a contenere.

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