Anno nuovo, articolo nuovo… Questo 2018 inizia al meglio, la rassegna delle start up anche oggi ci propone un nome sinonimo di garanzia, o meglio, sinonimo di qualità e fascino: Giannico.
Nicolò Beretta, poco più di venti anni, questo il nome del talentuosissimo stilista di cui oggi è opportuno parlare. Il Corriere della Sera lo ha appena annoverato nei più giovani milionari italiani. Non crea solo scarpe, crea meraviglie.. Il suo intento è portare l’arte nella vita di tutti i giorni, unire creatività ed emozione sugli schizzi dei modelli, chi vede un paio di scarpe firmate Giannico deve potersi estraniare dalla realtà per sognare.
Le sue scarpe hanno dei prezzi piuttosto contenuti per essere delle vere e proprie opere d’arte, infatti partono da 200 euro circa fino a 700, che se pensiamo al valore dell’oggetto le cifre diventano realisticamente interessanti.
“Nessuno mi ha insegnato a disegnare scarpe, ho sempre amato il disegno. Ho iniziato a studiare la storia dei personaggi importanti della moda come il direttore di Vogue America Diana Vreeland” racconta Nicolò, ma all’età di 15 anni arriva la vera e propria svolta della sua vita. Vogue Italia organizza un incontro a Londra dove giovani designer possono presentare i loro schizzi a grossi nomi della moda internazionale: il premio in palio era incontrare Manolo Blanhik.. il suo mito ed il sogno di tutte le donne, le sue scarpe fanno impazzire tutte noi, ammettiamolo.
“Sono stato scelto e ho convinto mia madre ad accompagnarmi. Avevo i miei disegni tra le mani. L’ho avvicinato e glieli ho fatti vedere. Lui ha detto a mia madre che le mie scarpe andavano prodotte. Non potevo tirarmi indietro” una grande, anzi grandissima, opportunità per un giovane ragazzo di 15 anni. Pertanto, aiutato anche dalla sua famiglia, Nicolò crea un marchio Giannico, che di li a poco avrebbe sbancato il lunario. Parte la prima produzione, sceglie artigiani italiani nel distretto calzaturiero della Riviera del Brenta, mentre alcune delle più prestigiose boutique iniziano a notarlo e chiedono di esporre le sue scarpe.
Ogni collezione nasce in cinque mesi di lavoro (due mesi per l’idea, tre mesi tra ricerca delle giuste forme e sviluppo): “Il mondo della moda brucia tutto velocemente. La gente richiede sempre cose nuove, ed è davvero estenuante stare al passo. È la difficoltà che hanno tutti, da Prada a Versace, fino a me. Solo che io non ho tutti i loro soldi e il lavoro è più lento”.
“Se non hai determinazione, meglio lasciare andare. Razionalmente ti vai a mettere in un settore in cui hai colossi davanti. Ed è facile perdere la fiducia in se stessi. L’unica cosa che ti motiva è pensare che un giorno anche tu sarai come loro. Se pensi di avere tutto per riuscire e continui a imparare, a fare esperienza, niente ti è negato altrove come qui in Italia. Io ho sempre avuto le idee chiare su chi voglio essere e dove sono diretto. I ragazzi della mia età preferiscono partire, realizzarsi altrove. Non hanno lo spirito patriottico dei loro nonni, bisnonni. Non passano il loro tempo qui a cambiare le cose. Io ho provato a tornare nel mio Paese. Sono stato bravo e fortunato” commenta Nicolò.
“L’ostacolo maggiore che ho incontrato è trovare qualcuno che credesse nel mio progetto vista la mia giovanissima età. Quando ho fondato il marchio Giannico avevo 17 anni ed ero a Sydney, dove il giorno andavo ancora a scuola e la notte la passavo su Skype a colloquiare con i calzaturifici in Italia. Ne ho contattati almeno un centinaio prima di trovarne uno che mi prendesse sul serio e credesse in me. E’ stato snervante ma la costanza mi ha premiato”.
Più che un talento, un vero genio… che ha fatto della sua passione il suo lavoro. Complimenti a chi ha creduto in questo giovane ragazzo… ma soprattutto a chi come Lui crede nel suo sogno.
Di Silvia Ciampitti