Era il 24 agosto del 1939, nell’imminente pericolo del secondo conflitto mondiale, quando Papa Pio XII pronunciò un radiomessaggio rivolto ai governanti e ai popoli.
Oggi, a distanza di 79 anni, quel radiomessaggio è ancora di scottante attualità. Di fronte al rischio di una ulteriore espansione del conflitto siriano, le parole di Pio XII risuonano ancora profetiche: “Nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la guerra”.
Come ha ripetuto Papa Francesco domenica scorsa: “Non c’è una guerra buona e una cattiva. Niente può giustificare l’uso di strumenti di sterminio contro persone e popolazioni inermi”.
Riportiamo di seguito un estratto del radiomessaggio che Pio XII pronunciò in quel lontano 1939.
«Un’ora grave suona per la grande famiglia umana. Oggi che più assillanti si fanno i timori di un sanguinoso conflitto internazionale, rivolgiamo un nuovo e più caldo appello ai governanti e ai popoli.
È con la forza della ragione, non con quella delle armi, che la Giustizia si fa strada. Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra. Ritornino gli uomini a comprendersi. Riprendano a trattare. Trattando con buona volontà e con rispetto dei reciproci diritti si accorgeranno che ai sinceri e fattivi negoziati non è mai precluso un onorevole successo.
Abbiamo con noi il cuore delle madri, che batte col nostro; i padri, che dovrebbero abbandonare le loro famiglie; gli innocenti, su cui pesa la tremenda minaccia; i giovani, cavalieri generosi dei più puri e nobili ideali.
Ed è con noi l’anima di questa vecchia Europa, che fu opera della fede e del genio cristiano. Con noi l’umanità intera, che aspetta giustizia, pane, libertà, non ferro che uccide e distrugge».
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