Franco Mussida: il rock come comunione e ribellione

Franco Mussida, uno dei fondatori della PFM Premiata Forneria Marconi, è stato intervistato da Monica Mondo, conduttrice di Tv2000.

Un uomo poliedrico che ha fatto della musica il suo mestiere. La chitarra imbracciata fin da bambino come autodidatta, poi gli studi accademici di chitarra classica per poi ricominciare da autodidatta con quella elettrica. Il primo tour a quattordici anni e poi la fondazione della Premiata Forneria Marconi nel 1971. Suo è il brano simbolo della band, “Impressioni di settembre”, emblema del rock progressivo italiano.

La Premiata Forneria Marconi, nota con la sigla di PFM, ha segnato la musica rock italiana. Una band “imparentata” con i famosi complessi stranieri dell’epoca, come Genesis, King Crimson, Pink Floyd.

Eravamo amici nella musica – ha detto Mussida –. Tutti quanti ci sentivamo servitori di una causa che andava al di là di noi. In questo eravamo amici perché ognuno rinunciava a qualcosa di sé stesso. Era una vera esperienza di gruppo, quella in cui ciascuno può essere sé stesso perché c’è qualcun altro che fa qualcosa che tu non sai fare o non sei delegato a fare.

Il rock aveva il grande pregio di mettere in crisi chi voleva inquadrare il pensiero libero. Aveva molto senso all’epoca perché c’erano delle regole che dovevano essere infrante. Adesso, però, quel ruolo si è un po’ esaurito perché è diventato divisivo. Oggi dobbiamo essere seminatori di speranza, la funzione dell’operatore culturale deve essere sempre quella di pesare un po’ di più verso la speranza.

Io ho sempre cercato di mettere al centro la musica rispetto a tutto, perché la musica non è forma ma essenza. Cercare l’essenza in tante forme è una cosa molto arricchente. Ho fatto esperienze molto alte e professionali per il teatro, volevo dare l’idea, attraverso il teatro, della sacralità della musica, qual è il suo meccanismo di relazione. C’è tanto da raccontare…

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