La storia di Elisabetta e la sua voglia di cambiamento: “Con Dress for Success ho riscoperto la forza per cogliere ogni opportunità”

Uno dei momenti più emozionanti per Dress for Success Rome è offrire testimonianza dell’esperienza vissuta dalle proprie beneficiarie, una volta concluso il percorso di orientamento e avvenuta la consulenza d’immagine. Sono storie ogni volta diverse, espressioni di speranze, capacità e progetti di donne tornate a credere in se stesse e nel raggiungimento dei propri obiettivi.

Iniziamo il 2021 raccontando Elisabetta e la sua necessità di cambiamento.

“Se qualcuno, anche solo pochi mesi fa, mi avesse predetto che a un certo punto della vita avrei seguito un percorso di orientamento professionale per candidarmi a svolgere lavori di cui ignoravo addirittura l’esistenza, e attraverso il quale avrei scoperto aspetti personali del tutto impensati, beh, sarei scoppiata in una sonora e beffarda risata! Adesso, invece, rido per il livello di diffidenza che nutrivo verso il servizio offerto da Dress for Success, incontrata un po’ per caso, come accade a molte di noi, costrette a uscire dalla propria zona di comfort”.

La comfort zone di Elisabetta ha mostrato le sue falle quando si è modificata la sua vita di coppia, in cui ha sempre vissuto molto piacevolmente il ruolo di madre, accanto a quello di lavoratrice stagionale per un’attività di famiglia.

“Non è difficile lasciarvi immaginare che propormi sulla piazza lavorativa da sola, a un’età matura, in un contesto complicato da una pandemia ed estremamente cambiato rispetto a una trentina di anni fa (quando, per amore, mi sono trasferita da Torino a Roma) è stato pesante, anche se necessario. Vivere nella Capitale, con una mano da dare anche ai figli, può diventare un’impresa titanica se il lavoro non garantisce le entrate sufficienti. Ma la semplice idea di una dignitosa retribuzione non basta, quando alla vita hai già pagato molto sul piano personale e sai di essere nel momento in cui sono finiti gli sconti. È qui che è entrata inaspettatamente in scena Dress for Success, che attraverso gli incontri (online) con l’orientatore mi ha spinto verso un passo ulteriore e risolutivo: indagare più a fondo chi fossi e cosa potessi fare, con quella “sconosciuta” me. Questioni sconvolgenti quasi tanto quanto i modi, i tempi e, perché no, i (non)luoghi delle professioni di oggi, per la maggior parte delle quali ero convinta di essere del tutto impreparata e inadeguata”.

L’orientamento è stato per Elisabetta un’occasione per riscoprirsi e arricchirsi sul piano personale, concedendosi l’opportunità di un cambiamento di prospettiva.

“Che noi donne, in particolare, rischiamo di essere severi giudici di noi stesse è risaputo, spesso riconoscendoci meno di quanto dovremmo. Questo atteggiamento mi fa tornare sui passi di un’attività proposta durante il mio percorso: trovare i corrispettivi pregi in una scala di difetti personali, ricerca che mi ha fatto cadere in contraddizione con facilità. Non riuscivo a trovare un “alter ego” di quelli che io chiamavo difetti, un po’ come non si riesce a vedere il lato buono nel personaggio perfido di un romanzo, tantomeno, a immaginare che possa esserci. Con la giusta attenzione e con gli spunti corretti però, quello che mi era stato indicato dall’orientatore mi è apparso in modo più nitido, permettendomi di mettere a fuoco tutta una serie di doti che c’erano già, ma ero io a non inquadrare. Su un piano analogo si è mossa l’esperienza con la consulente d’immagine, un incontro emozionante e accogliente allo stesso tempo, che mi ha restituito non solo una coccola dal tocco professionale, ma consigli e accortezze grazie ai quali trasmettere la forza e la grinta riconquistate, fondamentali nel lavoro di tipo commerciale che ho svolto nei mesi più duri della pandemia e fino all’estate, all’interno di un’azienda agricola”.

Successivamente, Elisabetta ha trovato un nuovo lavoro per una società che commercia presidi medico-sanitari. Considerato il momento, le cose per questo settore procedono anche piuttosto bene.

“All’orizzonte potrebbe definirsi un’ulteriore possibilità, anche se un lavoro da remoto ed esclusivamente al computer non è ciò che più mi stimola, visto la mia indole – direi – tendenzialmente manuale. Ma anche questo fa parte del cambio di prospettiva analizzato con Dress for Success. E poi, ricordo sempre a me stessa che il lavoro dei sogni l’ho fatto già: quello di mamma! Se in questo ho ricevuto la retribuzione più alta in assoluto, l’amore, per tutti gli altri, tecnologici o meno che siano, non ho più remore”.

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