Arvedo Arvedi: “La mia arte somiglia alle donne di Dress for Success”

L’artista veronese, che per Dress For Success Rome ha realizzato un’opera di “Arte Avvolgente”, ci parla di sé e di un importante progetto, che lo vede protagonista a Milano nei giorni 6 e 7 aprile 2022.

Utilizzare parole come ottimismo, vitalità, colore, energia positiva, sull’oscuro sfondo emotivo di cui si tinge da tempo la stretta attualità, può sembrare un gesto sfrontato e, al contempo, eroico. Ma se il tuo nome è Arvedo Arvedi, e in quelle parole è conservata l’essenza stessa della tua arte, la loro ricerca e il loro utilizzo diventano il segno di un atto naturale e necessario. Perché l’arte deve, nonostante tutto – e adesso più che mai – continuare a condurci su sentieri fatti di bellezza, di intelligenza, di evoluzione e rivoluzione, di tutto ciò che è meravigliosamente umano, contro tutto ciò che, in mille forme, diviene la sua antitesi.

Questa sorta di sinonimia tra arte e ottimismo non è stata però una percezione immediata, vero, Arvedi?

Effettivamente è così, almeno inizialmente. Benché io sia cresciuto circondato dalla bellezza ed educato a essa, all’interno della villa di famiglia, confesso di aver vissuto l’arte (classica) come una dimensione ingombrante nei miei anni giovanili e di averla quasi sfidata. Per un ragazzo degli anni ‘80, che subiva il fascino folle del “nuovo mondo”, non era semplice far convivere nello stesso spazio, fisico e interiore, le locandine delle rock star di allora e prestigiosi affreschi del Seicento e del Settecento di un ambiente nobiliare. La passione per l’America e la cultura americana, che ho alimentato crescendo, mi ha poi realmente portato a diretto contatto con il contesto che ha dato origine alla Pop Art, a conoscerla e ad approfondirla, anche se non avrei potuto mai potuto immaginare che, da un certo punto in poi, l’arte avrebbe sconvolto la mia vita, prendendone il timone. Tutto ciò che ho vissuto mi ha portato a ritenermi un uomo profondamente fortunato, che ha ricevuto in dono occasioni ed esperienze incredibili, e che poi è diventato naturale trasferire in un percorso artistico diretto a rendere migliore la vita di luoghi e persone. Ho sempre voluto, e voglio, che chiunque entri a contatto con le mie opere sperimenti un sorriso, un pensiero positivo, percepisca una carica di energia che influisce concretamente sul momento stesso di fruizione dell’esperienza artistica.

Lo “sconvolgimento” avvenuto nella sua vita, coincide con l’incontro con John David Mooney, il suo maestro?

Senza dubbio! E ancor più sconvolgente resta il fatto che questo incontro si sia verificato in maniera del tutto casuale. John David Mooney – uno dei maggiori esponenti americani di Public Art – nel momento della nostra fortuita conoscenza a Chicago, era impegnato nella realizzazione di progetti internazionali e, a causa di un infortunio capitato al suo collaboratore, rischiava di restare in panne. Ci conoscevamo da poco, io mi occupavo anche di eventi e lui si era aggiudicato un bando per la realizzazione di un’opera alle Olimpiadi di Atlanta, Star Dance; intuì qualcosa in me che, istintivamente, da quel momento, lo portò a chiedermi una collaborazione diventata, via via, ultradecennale. È stato un privilegio impagabile prendere parte anche alla realizzazione dell’allestimento della BellSouth Tower di Atlanta, della Light Muse a Chicago, del Gate for the 3° Millennium, per il capodanno 1999/2000 a Malta, e della Spiral Galaxy per il Planetario di Chicago. Tutto questo ha influito nel tempo sul mio modo di fare arte, sull’approccio al colore e alla sua “matericità”, che ho unito a una sensibilità profondamente italiana.

Cosa ha significato collaborare con un’artista di questa portata?

Lavorare gomito a gomito con John David Mooney mi ha permesso di apprendere tantissimo, a livello tecnico, su colore e luce, ombre, forme e spazi vuoti. Ma soprattutto, sul piano etico, ha contribuito a farmi elaborare l’importanza della responsabilità sociale dell’artista, della sua capacità di coniugare bellezza e rispetto dell’ambiente e dello spazio, che non solo può essere migliorato, ma diventare elemento di aggregazione collettiva. L’arte, così come può modificare spazi aperti, può agire ovunque, anche all’interno di spazi chiusi, che non siano necessariamente musei. Per questo, ho amato collaborare anche con le aziende: i miei quadri possono arredare ed esaltare i loro ambienti, ma anche diventare il soggetto per gadget di altissimo livello, oppure, diventare interpreti di tutta una serie di valori condivisi da imprenditori e dipendenti. Tutto questo lavoro è nato dalla mia continua voglia di conoscenza e sperimentazione, grazie a una laurea in Marketing e Comunicazione e all’incontro con due professionisti del settore che mi hanno supportato. Da questa fase però ho sentito anche il bisogno di proseguire, sperimentare ancora una volta; amando utilizzare mezzi diversi contemporaneamente per interpretare e diffondere uno stesso messaggio, creo attualmente come Artista Transmediale.

Perché ha scelto di omaggiare con la sua arte Dress for Success Rome?

Accanto alle attività pensate per i privati e per le aziende, è sempre stato importante, per me, mettere l’arte a servizio della solidarietà. Per questo, quando ho incontrato Dress for Success Rome, ho deciso di omaggiarla con il mio progetto Arte Avvolgente, per il quale i quadri vengono trasferiti su tessuto e prendono la forma di pashmine da indossare. Ho capito subito che questo poteva essere il mio supporto per sostenere il nobile scopo dell’organizzazione, rinnovare la vita delle donne, donando loro strumenti per diventare autonome, ma anche i mezzi per sentirsi meglio attraverso l’aspetto esteriore. Così, ho pensato all’ideogramma dell’associazione come una sorta di “cometa” posta al centro del quadro, che attira e sprigiona un’energia che investe l’intera opera, in cui centrali sono i colori che, da una parte, corrispondono a quelli noti dell’associazione (il rosso, il bianco, il nero) ma anche quelli che rimandano all’universo prettamente femminile, come il rosa, per l’intera base. Per i quattro angoli della tela, inoltre, ho optato per un riferimento cromatico ai quattro elementi della natura, acqua, aria, terra e fuoco, mentre i piccoli tratti più chiari, dei sassolini, sono tutte le persone che l’associazione permette di muovere. In questo dinamico “mare” di colore non mancano i pesci, che ho mutuato da un mio progetto dalle finalità ambientaliste, La Casa dei Pesci, in cui ho coinvolto l’artista romano Massimo Catalani. La mission di Dress for Success Rome è così “potente” che non poteva che essere espressa con totale vitalità. Amo pensare alle 100 pashmine donate alla filiale romana di Dress for Success come a talismani portafortuna, ma anche come “armature portatili”, con cui le donne potranno affrontare il loro nuovo percorso di vita, senza mai dimenticare tutto quello che le ha portate fin lì, allo stesso tempo, proteggendo ed esaltando tutto ciò che le rende uniche. La mia arte è pura energia, e, in quanto ad energia, le donne sono modelli da cui trarre continuamente esempio e ispirazione. Per questo, credo che le donne di Dress for Success Rome e le mie creazioni si somiglino molto.

Questa settimana la aspetta un importante riconoscimento a Milano. Ci vuole anticipare qualcosa?

Sono molto emozionato perché mercoledì 6 e giovedì 7 aprile, prenderò parte al convegno intitolato Arte Sostenibile, all’interno del quale esporrò alcune mie opere e sarò di nuovo a fianco del mio maestro John David Mooney, oltre che insieme a molti altri illustri ospiti, esponenti del mondo dell’arte e della cultura. L’evento è stato organizzato dalla Ethicando Association di Milano, in collaborazione con il Comune di Milano e con l’ ARD&NT Institute (Accademia di Belle Arti di Brera e Politecnico di Milano), con la direzione artistica del critico d’arte Marco Eugenio Di Giandomenico. Si tratta di un incontro dedicato al tema della sostenibilità dell’arte, della sua capacità di fare delle sue nuove modalità espressive il ponte tra diversi linguaggi creativi, ma anche il portavoce di messaggi sociali e di promozioni artistico-culturali sostenibili. Il momento culminante del convegno sarà la presentazione del libro “Arte sostenibile. Transmedialità dell’artista Arvedo Arvedi”, edito da Silvana Editoriale e curato da Marco Eugenio Di Giandomenico; l’opera racchiude interventi di numerosi esperti d’arte sulle tematiche discusse e sulla mia biografia artistica e personale.  Dopo aver lavorato molto in chiave sostenibile, costantemente improntato al sociale, lasciando dialogare tra loro pittura, scultura, arte e design, mi sento un po’ come le donne di Dress for Success Rome, alla vigilia di un incontro fondamentale della vita! Vi aspetto tutti e tutte in piazza della Scala 2, a Milano, presso la Sala Alessi e la Sala degli Arazzi di Palazzo Marino.

E allora, da tutti noi, grazie e in bocca al lupo, Arvedo Arvedi!

Per info e prenotazioni:

Associazione ETHICANDO, via Uberto Visconti Di Modrone n. 38 – 20122 Milano

E-mail: info@ethicando.it – www.ethicando.it

Web link prenotazioni:
https://www.eventbrite.com/e/arte-sostenibile-esposizione-delle-opere-dellartista-arvedo-arvedi-tickets-302846420797

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