Con l’avvicinarsi dell’estate 2025, le amministrazioni locali italiane stanno avviando i primi bandi per l’assegnazione delle concessioni balneari, un tema che negli ultimi anni ha suscitato dibattiti sia a livello nazionale che europeo.
Le concessioni balneari, che regolano la gestione di stabilimenti, noleggio di lettini e ombrelloni, oltre a servizi di ristorazione sulle spiagge italiane, sono da tempo oggetto di discussione.
Tradizionalmente, queste licenze sono state tramandate all’interno delle famiglie, creando una sorta di monopolio familiare nella gestione delle spiagge. Tuttavia, l’Unione Europea ha richiesto all’Italia di aprire tali concessioni a gare pubbliche per garantire una maggiore concorrenza e trasparenza.
Nel 2006, l’UE ha ordinato all’Italia di mettere a gara pubblica le sue 28.000 concessioni balneari, ma i governi italiani successivi hanno ritardato l’attuazione di questa direttiva. La questione è tornata alla ribalta dopo la scadenza delle concessioni alla fine del 2023, con la necessità di riassegnarle entro la fine del 2024. Questo ha portato a proteste da parte dei gestori balneari, che temono di perdere le loro attività a favore di nuovi concorrenti.
Nel settembre 2024, il Consiglio dei Ministri italiano ha approvato un decreto che stabilisce che le concessioni attuali rimarranno valide fino al 30 settembre 2027, con l’obbligo di avviare le nuove gare entro giugno dello stesso anno. In alcuni casi, è previsto un ulteriore rinvio fino al 31 marzo 2028. Le nuove concessioni avranno una durata minima di 5 anni e massima di 20, per consentire ai nuovi concessionari di ammortizzare gli investimenti effettuati. Inoltre, i nuovi gestori dovranno corrispondere un’indennità ai precedenti concessionari per le attrezzature e le strutture rilevate.
Queste misure mirano a creare un ambiente più competitivo, affrontando critiche riguardanti i canoni concessori relativamente bassi e i profitti elevati del settore. Tuttavia, i gestori attuali temono che l’apertura alla concorrenza possa favorire grandi aziende, anche straniere, a scapito delle tradizionali imprese familiari italiane.
Con l’avvio dei bandi per la stagione balneare 2025, le amministrazioni locali stanno cercando di bilanciare la necessità di conformarsi alle direttive europee con la tutela delle imprese locali. Questo processo rappresenta un passo significativo verso una maggiore trasparenza e concorrenza nella gestione delle spiagge italiane, pur riconoscendo l’importanza delle tradizioni e delle comunità locali.
Mentre l’estate si avvicina, l’attenzione è rivolta a come queste nuove misure influenzeranno l’esperienza dei bagnanti e l’economia delle località costiere. La speranza è che una gestione più aperta e competitiva possa portare a servizi migliori e a una valorizzazione sostenibile delle risorse costiere italiane.