Altro giorno di blocco per i diesel di Roma; sta facendo molto discutere in questi giorni la scelta della sindaca Virginia Raggi, con le polveri sottili che continuano a rimanere a livelli elevati.
“Il nostro primo obiettivo è la tutela della salute pubblica,” la Sindaca ha provato a spiegare le sue decisioni ricorrendo a una metafora “immaginiamo una stanza con le porte e le finestre chiuse e 10 persone che fumano. L’aria in breve tempo diventa irrespirabile, ma le porte non possono essere aperte. Per migliorare la situazione viene chiesto a 5 persone di non fumare. L’aria nella stanza continua ad essere densa di fumo ma almeno si evita che peggiori”.
Eppure il peggioramento c’è stato e come, con la situazione ogni giorno più grave; prima del divieto alla circolazione, 8 centraline su 13 rilevavano il superamento dei livelli consentiti, mentre dopo i giorni di blocco del traffico le centraline da bollino rosso sono state 9, con un aumento dei livelli di pm10.
Il fermo, quindi, sembrerebbe non cambiare le cose e inoltre va a danneggiare soprattutto i commercianti:
“È grave – attacca la Cna di Roma – che questo provvedimento sia stato preso a pochi mesi di distanza dall’adozione di una norma che vieta l’accesso in città a tutti i veicoli diesel fino all’Euro 3, obbligando gli imprenditori a sostenere costi per decine di migliaia di euro, senza incentivo alcuno e senza specificare che in caso di emergenza i diesel Euro 6 sarebbero stati comunque penalizzati”.
Gli esperti Arpa fanno sapere che “un rientro generale del Pm10 nei parametri avverrà dall’inizio della prossima settimana”, mentre gli esperti regionali prevedono “almeno per altri tre giorni una condizione costantemente inquinata” confermando le ipotesi sul perdurare del blocco fino alla giornata ecologica fissata per domenica 19 gennaio.