La celebre piazza della capitale nasconde un macabro dettaglio: ecco qual è la leggenda che si nasconde dietro la testa di Roma.
Senza alcun dubbio, Piazza Navona è uno dei luoghi di interesse più affascinanti della città. Situata nel cuore pulsante della capitale, si caratterizza per la sua forma ellittica che deriva dallo stadio che aveva fatto costruire un tempo Domiziano.
Al centro si trova la rinomata Fontana dei Quattro Fiumi che è uno dei capolavori indiscussi di Gian Lorenzo Bernini. Cosa rappresenta? Si tratta dei quattro fiumi più importanti al mondo: il Nilo, il Gange, il Danubio e il Rio della Plata.
La testa nascosta in Piazza Navona
Quando si parla di Piazza Navona, si fa riferimento ad uno degli esempi più importanti di architettura barocca e, come accennato precedentemente, uno degli elementi più caratterizzanti è sicuramente la fontana. Il luogo, però, nasconde anche una storia molto tragica che è legata ad uno dei palazzi circostanti, precisamente al civico 34. In realtà è un dettaglio ben visibile ad occhio nudo. Recandosi in prossimità dell’edificio e alzando lo sguardo, sarà possibile incrociare lo sguardo di una piccola testa di marmo.
La leggenda ha radici davvero molto molto antiche e viene tramandata di secolo in secolo; siamo nella metà del ‘500 e a quel tempo sembrerebbe che Papa Sisto V si dilettava a mischiarsi nella folla, travestito come uno del popolo in quanto ci teneva particolarmente a sapere cosa i romani pensassero di lui. Proprio per questo motivo era solito spogliarsi dei suoi abiti abiti ufficiali e mescolarsi tra la sua gente, ascoltando le riflessioni del popolo.
Durante una di queste giornate, si fermò a sentire i discorsi di un oste che rivolgeva pesanti accuse verso il papato. L’uomo si era lamentato e aveva insultato il Papa in seguito all’introduzione di una tassa sul vino. L’indomani l’uomo trovò montato un patibolo proprio davanti alla sua osteria e la cosa lo rese contento, in quanto credeva che ben presto avrebbe ottenuto ottimi guadagni.
Quello che non immaginava minimamente era, in realtà, che la struttura fosse stata costruita per la sua testa. Tanto è vero che l’oste venne arrestato e immediatamente giustiziato. In virtù di quanto accaduto, i suoi amici più cari per ricordarne la memoria decisero di sistemare una piccola testa dell’oste proprio sul muro. Oggi quell’ornamento vuole sottolineare e vuole essere di monito per tutti coloro che parlano in maniera sconsiderata davanti agli sconosciuti.