San Giovanni, tanti dubbi sulla nuova viabilità

Nuovo arredo urbano, nuova viabilità, nuovo percorso per cinque linee di autobus. Sono cominciati i lavori di risistemazione dell’area a ridosso della metro C a San Giovanni. Cantiere che sarà attivo, in base agli annunci, per oltre un anno.

Al termine dei lavori, il progetto prevede il senso unico a via La Spezia da via Nola fino a piazzale Appio, con l’aggiunta di una corsia per i mezzi pubblici e una, sul lato opposto della strada, per le biciclette.

In senso contrario, diventerà a senso unico la parallela via Taranto, da piazzale Appio fino a via Monza. Di conseguenza cinque linee di autobus transiteranno su via Taranto dopo aver lasciato piazzale Appio (51 e 77, che gireranno a via Pozzuoli; 16 e 81, che svolteranno a via Monza; 85, che proseguirà su via Taranto fino a piazza Ragusa). In senso inverso, l’85 proveniente da piazza Ragusa, causa il senso unico contrario, sarà costretto a girare a via Monza.

Il progetto, legato alla ridefinizione dell’area dopo il lunghissimo cantiere della metro C a San Giovanni, ha avuto una lunga gestazione, con la regia di Enrico Stefàno, presidente della Commissione Mobilità capitolina. Sulla risistemazione dell’arredo urbano e della viabilità per anni sono state avanzate proposte da architetti, studi associati, comitati di quartiere, associazioni. Un’accesa competizione, di cui c’è traccia nel web, che ha finito per “congelare” ogni nuova iniziativa. Nel 2018 s’è quindi preferito inaugurare la stazione di San Giovanni (con anni di ritardo) ripristinando la situazione precedente agli scavi ed evitando contrapposizioni.

Ma già all’indomani della risistemazione dell’area, dai cassetti sono rispuntati fuori i progetti. Obiettivo: ricambiare tutto, investendo nuove risorse, nonostante i tanti soldi già spesi e l’assetto tornato ad una pacifica e accettabile normalità.

La giunta, pungolata soprattutto dai comitati di quartiere, ha partorito il suo progetto, frutto ovviamente di compromessi. Ma ora che i cantieri sono stati appena riaperti, puntuali sono arrivate le prime critiche. E di fronte alle proteste e alle petizioni spontanee dei cittadini, hanno fatto retromarcia persino quei comitati di quartiere che per anni hanno auspicato il cambiamento, lavorando fianco a fianco con la giunta per far approvare progetti discutibili, come la chiusura al traffico automobilistico dell’intera piazza San Giovanni in Laterano o di viale Castrense, sbocco naturale (e necessario) della tangenziale.

TAGLIO DI ALBERI – Di certo, i primi due atti del nuovo cantiere, a cui hanno assistito i cittadini, non sono stati dei più edificanti: il taglio di numerosi alberi (in particolare a via Pozzuoli, come testimoniato dalla foto 1) e la picconatura, con rimozione, di decine e decine di metri di cordolo in travertino in via Taranto, collocato solo qualche mese fa (foto 2).

Giustificazione: gli alberi sono stati tagliati perché malati. Ma si accendono domande legittime: perché tagliarli proprio ora e lungo il cantiere? Perché non sono stati immediatamente sostituiti (qualcuno sospetta un taglio finalizzato alla riduzione del marciapiede e all’allargamento della strada per portarla a due corsie)? E, soprattutto, perché sfasciare il costoso arredo urbano collocato solo qualche mese fa? Diffuso commento nei bar della zona: non sarebbe stato meglio lasciare tutto com’era prima?

IL NODO VIALE CASTRENSE – La fase del progetto più osteggiata dagli abitanti della zona – e non solo da loro – è la paventata chiusura al traffico di viale Castrense, da via Nola a piazzale Appio. Ciò equivarrebbe non solo alla perdita di un centinaio di parcheggi e allo spostamento del capolinea dell’autobus 51, ma soprattutto ad un vero e proprio “tappo” al termine della tangenziale, con l’immissione di oltre duemila veicoli all’ora obbligatoriamente verso via Nola e via La Spezia (da qui il senso unico), ma anche verso la già congestionata piazza Re di Roma.

Contro il provvedimento s’è mosso da tempo l’intero quartiere: petizioni di cittadini, manifesti, assemblee condominiali che all’unanimità hanno votato documenti contrari, risoluzioni dei consigli d’istituto, persino comitati spontanei. Il blog di quartiere “Appioh” è il seguitissimo portavoce della protesta. “Sì, riceviamo quotidianamente mail e commenti di protesta, soprattutto contro la chiusura di viale Castrense – fanno sapere dalla giovane redazione.

Il dinamico comitato di quartiere Villa Fiorelli-Tuscolano ha somministrato questionari agli abitanti della zona, facendo emergere quasi un’ottanta per cento di contrari alla chiusura. Qualche consigliere del Municipio ha promosso partecipate riunioni monopolizzate dai contrari.

Ulderico Sconci del gruppo “Salviamo la Metro C”, pur ritenendo il progetto concettualmente buono, ma con tanti problemi pratici, si chiede “perché non sia stato realizzato insieme alla metro San Giovanni, senza la necessità di riaprire un cantiere sulla stessa area”. Ma la critica più dura riguarda proprio la chiusura di viale Castrense che definisce “un azzardo”. Spiega: “In primis, per via del traffico in uscita dalla tangenziale est che si concentrerebbe tutto su via Monza e via La Spezia, poi per la location: visto che a viale Castrense c’è il nulla, farci un’area verde, senza controlli importanti, rischia di creare una nuova terra di nessuno”.

LE POLEMICHE POLITICHE – Ad affiancare i cittadini sono i consiglieri delle opposizioni nel VII Municipio. “Si stravolge la viabilità di San Giovanni che rimarrà prigioniero del cantiere per molti mesi con l’unico obiettivo di realizzare una pista ciclabile di un centinaio di metri, da largo Brindisi a via Monza, che non porta da nessuna parte e che ridurrà notevolmente i parcheggi del quartiere aumentando traffico e congestione – è il commento, affidato ad una nota, da parte di  Francesca Biondo, presidente della commissione Trasparenza del VII Municipio e Valeria Vitrotti, capogruppo Pd in VII Municipio. Concetto ribadito dal coordinatore della segreteria del Pd di Roma, Riccardo Corbucci: “Ci dovrebbe essere un sistema integrato della mobilità e non la volontà ideologica di compromettere la viabilità privata per mettere in difficoltà chi oggi usa l’automobile”.

Contrario anche il consigliere Antonello Ciancio di Articolo 1, che ha raccolto le firme di numerosi cittadini soprattutto in via Taranto.

Di tutt’altro parere la sindaca Raggi: “Ridisegniamo gli spazi, dando respiro al quartiere, rendendolo più vivibile per tutti, residenti e cittadini che lo frequentano ogni giorno. È un progetto fortemente voluto da questa amministrazione per trasformare una zona centrale e strategica della Capitale, favorendo il trasporto pubblico e la mobilità ciclabile e pedonale”. Ma molti cittadini della zona evidentemente non la pensano così.

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