A Porta San Paolo e al Parco della Resistenza, con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la sindaca Virginia Raggi ha ricordato cittadini e militari che 76 anni fa persero la vita per difendere Roma dall’occupazione nazifascista. Che diedero il via alla lotta per la liberazione dell’Italia e della Capitale, per conquistare la libertà e la democrazia.
Si è celebrato – insieme al ministro della Difesa Lorenzo Guerini e alle massime autorità militari – una data importante, carica di memoria e di significato per il Paese, per Roma, per tutti gli italiani. L’8 settembre 1943 segnò un momento cruciale per la storia comune. Uno di quei momenti che è necessario ricordare, che impone riflessione, rispetto, unità.
Roma fu segnata duramente da quei momenti. Roma soffrì, ma rinacque. Grazie al sacrificio di donne, uomini, ragazzi – talvolta poco più che bambini – soldati e combattenti nelle formazioni partigiane. Furono mesi costellati da violenze, rastrellamenti, torture, esecuzioni barbare, bombardamenti e vittime innocenti: a Porta San Paolo come a La Storta, a Centocelle o al Quadraro e in tanti altri quartieri della città. Senza dimenticare l’eccidio delle Fosse Ardeatine, le deportazioni di tanti ebrei romani e l’infamia dei campi di concentramento.
A Porta San Paolo il Capo dello Stato ha onorato tutti anche di una breve visita alla mostra dal titolo “Estate 1943 per non dimenticare”. Roma non dimentica gli orrori del passato. Non dimentica i nomi, i volti, le piccole e grandi storie di eroismo che contrassegnarono quei giorni.
Roma è orgogliosamente antifascista. Ed è impegnata a trasmettere questa memoria alle nuove generazioni. Ai giovani si vuole consegnare un messaggio civile di pace, uguaglianza e libertà. Perché possano fare tesoro del patrimonio di diritti che oggi tutti noi possediamo grazie al sacrificio di molti.