Rocca di Papa, indagano i Nas: 30 morti sospette

L’inchiesta sulla clinica San Raffaele di Rocca di Papa si allarga. Sono trenta le morti sospette finite, adesso, nel mirino della procura della Repubblica di Velletri che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo destinato ad arricchirsi di nuove informative di ora in ora. Ieri i carabinieri del Nas di Roma hanno avviato le verifiche nella struttura accreditata che si trova ai Castelli Romani, per acquisire tutti gli atti e cercare di capire se i decessi sono in coerenza con le conseguenze dell’emergenza coronavirus e/o se ci sia stata negligenza nell’applicazione delle misure di contenimento adottate. I militari del Nucleo antisofisticazioni hanno acquisito le cartelle cliniche dei degenti ospitati fin da gennaio. I numeri ufficiali forniti dal Comune di Rocca di Papa parlano di 159 casi positivi al Covid-19 di cui 38 riguardano gli operatori sanitari e di 8 decessi all’interno della struttura accreditata al servizio sanitario regionale.

stanno fioccando le denunce dei parenti delle vittime all’autorità giudiziaria insospettiti dal precipitare repentino delle condizioni di salute dei loro cari negli ultimi quattro mesi. Una prima informativa era stata spedita alla Procura dalla Polizia locale, il cui comandante Gabriele Di Bella, preferisce non parlare: «Ci sono indagini in corso – sottolinea – e quello che posso dire è solo che Rocca di Papa non è zona rossa e l’isolamento è circoscritto alla clinica e all’area boschiva circostanze. Siamo già pronti e operativi per gestire le prossime fasi». Nel mirino dei Nas che sul blitz di ieri tengono le bocche cucite è finito tutto il flusso delle dimissioni avvenute dai primi giorni di gennaio, quindi dall’inizio dell’emergenza. Il pm Giuseppe Travaglini ha disposto indagini a largo raggio. I carabinieri hanno requisito numerosi atti perché con tutta certezza verranno valutate non solo le responsabilità personali ma anche degli organi di controllo e le procedure autorizzative. Sostanzialmente dovranno capire prima di tutto se le morti rientrano nel quadro dell’emergenza o se c’è stata negligenza imputabile alla gestione della clinica.

La Regione ha già avviato ispezioni in oltre 370 tra Rsa, case di cura e comunità del Lazio. Su almeno una ventina si sono accesi i fari delle Procure di Roma, Velletri, Tivoli e Civitavecchia e agli ispettori delle Asl si sono aggiunti i militari del Nas. Rocca di Papa, al momento, è il caso più eclatante, ma si indaga anche su venti morti sospette alla Rsa Madonna del Rosario di Civitavecchia, il primo cluster di comunità romano, sulle irregolarità alla Bellosguardo sempre nella città portuale, alla San Raffaele di Montecompatri, alla Santissima Maria Immacolata di Nerola, alla Santa Maria del Prato a Campagnano Romano, solo per citarne alcune. La maggior parte delle strutture si trovano in provincia, ma le ispezioni sono in corso in cinque anche nella Capitale tra cui Villa Fulvia e la Giovanni XXIII. E a Roma, la Procura, ha già iscritto nel registro i primi indagati.

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